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07 Novembre 2019 - 08:35
Il no al ritiro ha fatto scattare i provvedimenti da parte della società: arriveranno maxi multe
di Salvatore Caiazza
NAPOLI. Applausi a fine partita al pubblico, intervista di Insigne a caldo e poi il gelo più totale. Con attimi di tensione negli spogliatoi. Difficile ricostruire punto per punto ciò che è successo nel dopo gara con il Salisburgo. Ma qualche notizia è uscita per forza di cose. Anche perchè poi è stata presa una decisione netta che ha fatto molto rumore. A comandare l’ammutinamento non potevano che essere i leader storici del gruppo. Quelli che stanno da più tempo. A loro si è aggiunto anche un nuovo arrivato. La scelta era stata già presa alla vigilia della sfida Champions. Quando, cioè, si venne a sapere attraverso la radio ufficiale dell’ordine del presidente. Già dopo la rifinitura si erano eletti a capopolo gli anziani. Quelli che nello spogliatoio ci stanno da una vita. Per forza di cose tutti gli altri hanno dovuto seguire la linea. Anche in virtù dello schieramento di Ancelotti dalla parte della rosa. «Non sono d’accordo con il ritiro», disse in conferenza stampa il tecnico di Reggiolo. Manolas non ne volle neanche parlare. Ma una volta andati tutti negli spogliatoi si è adottata la strategia di ribellarsi. Di fare una rivolta interna venendo meno, quindi, alla presa di posizione della proprietà. Un fatto gravisssimo che ha mostrato le debolezze della società. Mai era successo una cosa del genere. Nel Napoli si ricorda una rivolta ma fu contro Ottavio Bianchi nel 1988. Allora fu letto un comunicato da quattro calciatori che poi ebbero il benservito. Stavolta si è puntato al padrone del vapore. Che non è un presidente molto accondiscendente. E non a caso ieri ha deciso di minacciare i suoi dipendenti adendo in tutte le sedi per salvaguardare tutti gli interessi del Napoli.
LA RISPOSTA AL VICEPRESIDENTE. Che sarebbe successo qualcosa di strano lo si è capito quando sono state chiuse le porte degli spogliatoi. I giornalisti, poi, sono stati avvisati della mancata conferenza stampa di Ancelotti e Llorente. Dopo poco è arrivata la notizia del ritorno a casa dei calciatori. Che in un primo momento sembrava autorizzato dal club. Ma poi si è capito che era stata una scelta autonoma. Il vicepresidente Edo De Laurentiis, entrato negli spogliatoi, dopo qualche critica avrebbe comunicato che il padre aveva messo a disposizione del gruppo centomila euro in caso di vittoria. Si racconta di una risposta volgare da parte di un calciatore. Il vicepresidente avrebbe reagito cercando lo scontro fisico con il diretto interessato che si sarebbe alzato dalla sedia nonostante il problema alla gamba. Sono dovuti intervenire tutti gli altri per evitare la rissa. Hanno poi cercato di chiamare De Laurentiis che non ha risposto perché arrabbiato. E alla fine hanno scelto di andare a casa. Una sfida vera e propria al po tere. Che non è stata apprezzata dal presidente. Che ha preferito non reagire subito per evitare di fare ulteriori danni. Intanto le tv hanno raccontato l’ammuntinamento e la notizia è diventata internazionale. Visto anche l’evento Uefa. Il club azzurro esce depotenziato da questo scontro ma dal comunicato si percepisce che ci sarà un attacco frontale senza esclusioni di colpi.
LA DIPLOMAZIA. Una via di mezzo ci poteva stare. I famosi senatori avrebbero potuto andare in ritiro solo dopo la partita e la mattina seguente chiedere un incontro con De Laurentiis per chiarirsi e promettere un impegno totale per ritornare alla normalità. Si è deciso sbagliando di andare al confronto duro facendo anche brutte figure. Che di sicuro non fanno il bene del Napoli e della Napoli sportiva. Che si aspettava di vedere uno spettacolo diverso.
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