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09 Novembre 2019 - 19:23
«Deporre le armi, fare un passo indietro, porre una pietra tombale su quanto accaduto e di ricompattare l'ambiente». Questo chiedono i tifosi di numerosi “Club Napoli", sparsi in tutta Italia e anche all'estero, in una missiva indirizzata «al presidente De Laurentiis e ai dipendenti tutti del Napoli». «Le società di calcio hanno la peculiarità di essere sostanzialmente animate dalla passione. Può sembrare banale tale affermazione ma è così. È la passione dei tifosi che sovvenziona le televisioni; è la passione che induce i tifosi ad acquistare i biglietti per lo stadio; è sempre la passione che ispira gli acquisti delle magliette, delle tute e dei prodotti di merchandising in genere. Sinteticamente, dunque, non è errato affermare che la passione dei tifosi costituisce l'anima dell'industria del calcio», scrivono i tifosi del club partenopeo.
«Gli avvenimenti degli ultimi giorni che hanno coinvolto il Napoli e che hanno fatto, purtroppo, il giro del mondo calcistico (e non solo) hanno sì danneggiato la società ma indirettamente anche i tifosi del Napoli. Non è un piagnisteo. Sarebbe inutile. Di tale danno e di tale violenza a oggi nessuno ha parlato. Si discute ovunque di quanto accaduto, di torti e di ragioni, del presidente, della squadra, del cosiddetto “ammutinamento", dell'allenatore e delle sanzioni disciplinari ma nessuno ha detto o scritto del danno grave subito dai tifosi del Napoli», si legge ancora nella lettera odierna. «Per un danno di tale portata esiste una sola forma di risarcimento, che ha un nome ben preciso: la vittoria. La vera vittoria, si badi bene, nell'immediato, non è la partita in programma ma è la solerte conclusione di una situazione delicata. Prendere le posizioni dei calciatori o del presidente o dell'allenatore è superfluo», proseguono i tifosi azzurri.
«Tale risarcimento lo meritiamo, lo esigiamo, lo vogliamo e lo chiediamo a voce alta, perché lo abbiamo conquistato con la nostra passione. Ed è per questa passione e per il danno che ad essa è stato arrecato che è legittimo chiedere al presidente, alla squadra, all'allenatore e ai dipendenti tutti del Napoli di deporre le armi e di risarcirci per la passione “violentata". Diceva qualcuno “la passione non è cieca ma visionaria". Noi siamo dei visionari», concludono i tifosi del Napoli.
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