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06 Dicembre 2019 - 14:40
Testimonial dell’iniziativa il presidente Coni Giovanni Malagò, il presidente benemerito Figc Antonio Matarrese, i campioni del mondo Pablito Rossi, Marco Tardelli
SALERNO. Quello tra pallone e casa è da sempre un rapporto inscindibile per i calciatori di tutte le età, i baby che, nell’inseguire il sogno di diventare campioni, sgomitano e sudano sui campetti di periferia puntando a lauti guadagni da investire anche nel mattone, e i big che, dopo aver messo da parte ingenti patrimoni, composti pure da ville lussuose nelle località più esclusive, non riescono ad amministrare la fortuna che sono riusciti ad accumulare in carriera. Per questo, Gabetti, storico brand del settore immobiliare, ha deciso di scendere in campo con il progetto “Gabetti calcio” per assistere dirigenti, allenatori e soprattutto calciatori nella gestione di ricchezze e patrimoni accumulati in poco tempo, che non sempre si traducono in affari o in investimenti sicuri, e svolgere attività di consulenza verso club ed enti proprietari di impianti sportivi che, specie in provincia, non riescono ad essere totalmente fruibili dalla collettività per mancanza di know how imprenditoriali in grado di metterli a reddito. Testimonial dell’iniziativa il presidente Coni Giovanni Malagò, il presidente benemerito Figc Antonio Matarrese, i campioni del mondo Pablito Rossi, Marco Tardelli. Deus ex machina del progetto è Ferdinando Elefante, 47 anni, relationship manager del Gruppo Gabetti, salernitano di Angri, un passato da calciatore con la squadra della sua città che oggi vuole contribuire a rilanciare anche attraverso un restyling dello stadio “Novi”, “casa” dell’US Angri 1927. Al suo fianco Salvatore Fiore, da una vita dietro le scrivanie di numerose società, tra i protagonisti di una più eclatanti trattative di calciomercato, quella che portò Zico all’Udinese nell’estate 1983. «Gabetti Calcio nasce da una premessa importante: l’universo calcio attrae e genera somme di denaro notoriamente rilevanti, ma non sempre questi introiti vengono fatti fruttare al meglio. I calciatori, per esempio, vantano sì stipendi elevati ma nell’arco di pochi anni. Noi possiamo aiutarli nel gestire le ricchezze accumulate e trovare opportunità che generino rendite, anche quando termineranno la loro attività agonistica - ha detto Ferdinando Elefante, relationship manager del Gruppo e responsabile del progetto Gabetti Calcio - Allo stesso modo gli stadi e i centri di allenamento spesso rappresentano per le società sportive o le amministrazioni comunali voci di spesa più che opportunità di reddito. La nostra sfida è trasformarli da semplici asset in infrastrutture strategiche, in grado di generare benefici economici. Ma non solo. Seguiremo anche gli alloggi dei giovani giocatori che possono pesare, e non poco, sui bilanci delle società sportive: con la nostra consulenza queste spese possono tradursi in investimenti su progetti di residenze di proprietà. Infine, grazie a un accordo con i principali istituti di credito, offriamo l’opportunità del factoring sui contratti dei giocatori e/o su altri crediti». «In un periodo di forti cambiamenti e trasformazioni, Gabetti Calcio rappresenta per il nostro Gruppo il modo diretto per offrire servizi su misura a una clientela particolarmente esigente. È la declinazione di quello che facciamo da 70 anni a un target che vede negli immobili una fonte di reddito - ha aggiunto Roberto Busso, ad del Gruppo Gabetti - Sul fronte stadi, invece, oltre alla messa a reddito, il problema maggiore da affrontare per renderli strategici è la riqualificazione degli immobili. Gli impianti di serie A hanno una età media che supera i 60 anni e la quasi totalità necessita di lavori di rinnovamento e adattamento alle nuove norme di sicurezza».
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