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Podismo, D’Aniello: «Ora fermiamoci, la vita non ha prezzo. Torneremo a correre»

Podismo, D’Aniello: «Ora fermiamoci, la vita non ha prezzo. Torneremo a correre»

Il presidente Aspal si rivolge a tutti gli appassionati: «Alla luce degli ultimi sviluppi sono costretto a richiamare ed invitare tutti ad un grande senso di responsabilità»

NAPOLI. Alla fine devono fermarsi anche loro. Nonostante l’immediato stop alle gare, hanno continuato a correre e si sono allenati fin che hanno potuto ma adesso anche ai podisti tocca alzare bandiera bianca. Ora che l’emergenza Coronavirus si è ulteriormente aggravata, ora che sono arrivate nuove misure restrittive a tutela di sicurezza e salute, per i runner non c’è più nulla da fare: ogni attività sportiva all’aperto è rinviata a tempi più felici. Per tutti gli atleti c’è l'invito a non uscire e a rispettare le direttive sanitarie per contrastare il Covid 19. Restare a casa è un gesto di rispetto per la salute e la vita di ognuno in questi momenti drammatici che stiamo vivendo sull’intero territorio nazionale. «Alla luce degli ultimi sviluppi sono costretto a richiamare ed invitare tutti ad un grande senso di responsabilità» dichiara Luigi D’Aniello (nella foto), numero uno dell’Associazione sportiva presidenti d’atletica leggera. «La situazione è di una delicatezza estrema che mi induce a chiedere agli atleti uno sforzo e un sacrificio - continua il patron dell’Aspal -. Dobbiamo contribuire a superare questo tragico momento che stiamo vivendo, nel nostro interesse, nell’interesse dei nostri figli, nell’interesse dei nostri genitori e, per chi ha la fortuna di averli, dei nostri nonni. A mio modesto avviso non correre per sette, otto o dieci giorni non costa tanto, la vita non ha prezzo». D’Aniello conclude il suo messaggio con un invito rivolto ai vertici delle società podistiche attive sul territorio campano: «Esorto i presidenti dei club a condividere la mia richiesta ai propri tesserati. Dobbiamo rinunciare anche agli allenamenti per evitare contatti che possano nuocere a noi stessi e alle nostre famiglie, nonché a tutti quelli che per forza maggiore siamo “obbligati” a frequentare. Se tutti contribuiamo e rispettiamo quello che ci viene chiesto, quanto prima usciremo da questo brutto momento».

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