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23 Marzo 2020 - 12:30
Mentre tutto lo sport internazionale già era fermo per l’allarme Coronavirus, la settimana scorsa i riflettori mondiali erano puntati sul torneo inglese
NAPOLI. Mentre tutto lo sport internazionale già era fermo per il dilagare dell’allarme Coronavirus, la settimana scorsa i riflettori mondiali erano puntati sul preolimpico di pugilato di scena a Londra. Praticamente si trattava dell’unica manifestazione in grado di resistere ai rinvii e alle cancellazioni che hanno colpito tutte le altre discipline. Dopo soli tre giorni di gara su dieci però, già lo scorso lunedì sera il Cio aveva optato per la sospensione immediata del torneo che riprenderà in tempi più felici dal punto in cui si è interrotto. Nei giorni seguenti dunque, non senza qualche difficoltà, i 13 atleti italiani sono riusciti a rientrare in patria, ma adesso, per adeguarsi alle direttive governative, sono costretti a un periodo di sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario che durerà i classici 14 giorni. Tra i costretti alla quarantena anche i 6 portacolori campani che si erano recati in Inghilterra alla ricerca del pass olimpico. Dal numero uno Clemente Russo, che non ha potuto gareggiare per problemi intestinali alle stelle Angela Carini e Irma Testa che dopo il debutto vincente non hanno potuto proseguire il cammino. Costretti a casa anche i casertani Mangiacapre e Di Lernia e il salernitano Mouhiidine.
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