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23 Aprile 2020 - 15:56
Il direttore generale dei bianchi: «Non riesco a capire come si possa pensare che le società di D abbiano la forza e l’organizzazione per rispettare i protocolli di sicurezza»
TORRE ANNUNZIATA. In tempo di coronavirus, tutto si è fermato, anche il calcio. Da qualche giorno per fortuna si intravedono i primi segnali di ripresa. Ed allora si pensa alla cosiddetta “fase 2”, in cui si dovrà ricominciare. Diverse le ipotesi; c’è chi vorrebbe ripartire con allenamenti blindati e partite a porte chiuse. Una proposta riguarda anche la Lega Pro, con le prime dei 3 gironi promosse in B e blocco delle retrocessioni. Conseguenza: nessuna squadra di D promossa.
Su questo e sulle prospettive del Savoia abbiamo sentito il dg dei bianchi Giovanni Rais: «Nelle call-conference che stiamo tenendo con il presidente, abbiamo convenuto che il rischio è troppo alto - esordisce il direttore Rais -. Ci piacerebbe ricominciare, ma la priorità è la sicurezza sanitaria. Non possiamo assolutamente rischiare. Non riesco a capire come si possa pensare che le società di Serie D abbiano la forza e l’organizzazione per rispettare i protocolli di sicurezza. Tante società non hanno uno staff organizzato, tanti fanno il doppio lavoro. Come si fa ad isolarli, a proteggerli? E quindi che senso avrebbe giocare a porte chiuse?».
Chiediamo allora al direttore Rais quale potrebbe essere l’alternativa: «E’ il momento di una riforma del calcio italiano - ci risponde - prendiamoci tutto il tempo che ci serve ed a settembre ripartiamo. Pensiamo ad una riforma seria, che riveda le regole obsolete. Per esempio i play off di Serie D: non servono a niente se non esprimono una promozione. Rivediamo le valutazioni sulle società. E’ inutile portarci dietro quelle che traballano ogni anno».
Prosegue Rais: «Anche in Serie A, è arrivato il momento che tutti ritornino con i piedi per terra. C’è una voragine tra il mondo di A e B e tutto il resto. Gli introiti devono essere redistribuiti sulla base. Spero che questo difficile momento riesca a portare un nuovo criterio sulle valutazioni degli ingaggi, sponsorizzazioni e tutto ciò che ruota intorno al calcio».
Un ultimo passaggio sui programmi del Savoia: «Non voglio illudere nessuno: guardando al futuro penso solo alla Serie C. Col presidente pensiamo unicamente a cosa dobbiamo aggiustare, quello che ci serve, come possiamo muoverci. Deve essere questo il nostro pensiero. Ragioniamo come se domani mattina ci dovessero dire: siete in Serie C. Apriamo il libro e sappiamo gia’ cosa dobbiamo fare e iniziare a muoverci».
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