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27 Aprile 2020 - 14:37
Il sodalizio napoletano guarda al futuro: «Stiamo predisponendo le strategie di distanziamento, pronti a ripartire»
NAPOLI. La Scuola Vela Mascalzone Latino non è solo un luogo dove imparare ad andare a vela. I suoi iscritti non sono ragazzi che ereditano questa passione di generazione in generazione. Sono bambini ed adolescenti provenienti dai quartieri difficili di Napoli e della provincia, reclutati attraverso un attento e faticoso lavoro, in collaborazione con le scuole e le associazioni giovanili del rione.
In 10 anni di attività “Mascalzone Latino” è diventata una solida realtà per questi giovanissimi che vivono la sede anche quando non sono impegnati nei corsi di vela, svolgendo i loro compiti in una aula studio ad essi dedicata, aiutati dal supporto degli istruttori, che spesso diventano i loro confidenti, persone fidate a cui raccontare le proprie paure, le proprie ansie, i propri sogni.
Un solido riferimento anche in questo momento di lockdown, vissuto spesso in condizioni fisicamente e psicologicamente molto difficili da sostenere, eppur egregiamente sostenuto. Basti pensare che spesso questi ragazzi vivono in case molto piccole, con più fratelli, a disposizione solo lo smartphone per le attività didattiche. Dove in tempi normali la strada o la piazza sono il loro sfogo.
Mascalzone Latino è arrivato in queste case, in modo discreto, spiegando ai giovani che soprattutto in questo momento bisogna mantenere una routine ed avere degli impegni, proseguire le attività scolastiche. Ha fissato un orario di incontro in rete: al mattino si gioca con i più piccoli ad esempio “nomi cose e vela”; nel pomeriggio ospita, in un piccolo salottino virtuale, un esperto di vela che intrattiene i più grandi. Non mancano contest e regate virtuali per tutti. Così quei ragazzi che trascorrevano la notte a giocare alla play station e dormivano fino a tardi si sono di nuovo entusiasmati e la risposta è stata davvero forte ed importante.
Rispetto alla fase 2? È ottimista la direttrice, Antonietta de Falco, che spiega: «Questo potrebbe essere un buon momento per la vela. Il mare e questo sport si prestano al distanziamento sociale e soprattutto i campi estivi per i bambini potrebbero essere una valida alternativa alle vacanze. Abbiamo già predisposto per le strategie di distanziamento sociale a terra. Da superare però ci sono ora i timori psicologici che questa incredibile situazione ha creato».
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