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14 Maggio 2020 - 11:47
Polemica sul ministro dello Sport dopo il pollice in su (poi subito cancellato) ad un commento di un tifoso
NAPOLI. Di certo Vincenzo Spadafora non sta facendo nulla per evitare di passare come uno che non vuole che il calcio riprenda. Ormai nel mondo della pedata è opinione comune che il ministro dello Sport è un anti-pallone. Tanti i tackle del politico napoletano nei confronti della disciplina che gli italiani amano molto. Lo scontro di qualche settimana fa con le Figc e Lega è stato duro ma poi gli spiriti si sono un po’ calmati. Anche perché sembrava poterci essere uno spiraglio per la riapertura. Lunedì scorso, però, Spadafora è scivolato nel mondo social. Come? Mettendo un like ad un commento di un tifoso che ha scritto su Facebook: «Fermiamo il calcio». È scoppiata la bufera nonostante il ministro abbia subito cancellato il “cuoricino”. Critiche a go go per il responsabile del Governo dello sport. È finito in un ciclone incredibile poco prima di andare a riferire in Senato e alla Camera. Spadafora dovrebbe capire che rappresenta un ministero importante dove il calcio è un trascinatore sociale non da poco.
l’INFORMATIVA. Come detto, il ministro ha conferito inizialmente al Senato: «Sulla riapertura del campionato, se riprenderà, è perché arriveremo a una successione ordinata di protocolli che garantiranno la sicurezza per tutto e tutti. Non era possibile in nessun modo riaprire prima per spinte strumentali di chicchessia. Ho lavorato in queste settimane per dare risposte al mondo dello sport. Sono consapevole della passione intorno al calcio e dell’importanza del settore, ma ho trovato eccessivo l’inasprimento del dibattito intorno al calcio in un momento come questo». Quando Spadafora è andato alla Camera è successo qualcosa di importante: «Pochi minuti fa ho ricevuto una lettera del presidente della Federcalcio Gabriele Gravina: mi ha comunicato che la Federcalcio ha accolto tutte le osservazioni del Comitato tecnico scientifico riadattando il proprio protocollo e consentendo senza altre difficoltà di poter riprendere gli allenamenti collettivi dal 18 maggio». Un primo passo in avanti, dunque, si è fatto ma il problema resta la ripresa del campionato. Che la Lega, riunitasi ieri in Assemblea, ha programmato per metà giugno. Una scelta fondamentale per le date poiché per inizio agosto si dovrà finire poiché si dovranno giocare le competizioni di Champions ed Europa League. La palla adesso passa al Governo e al presidente del Consiglio, Conte. Spadafora e il collega della Salute, Speranza, incontreranno il primo ministro e decideranno definitivamente se si ricomincerà o se si dovrà chiudere definitivamente il libro del calcio.
I CENTRI SPORTIVI. «Lo sport di base e i centri sportivi di tutta Italia devono riaprire: per questo proporrò nel prossimo Dpcm la loro riapertura al massimo il 25 maggio. Abbiamo già inviato le linee guida al Comitato tecnico scientifico, e se avremo risposte positive, le strutture potranno riaprire anche prima», ha spiegato Spadafora. «Questo protocollo - ha proseguito - è stato elaborato ascoltando le realtà del territorio. Tutti devono avere la possibilità di riaprire, ed è interesse dei responsabili dei centri sportivi poter garantire la sicurezza dei propri clienti. Metteremo anche a disposizione delle risorse per chi dovesse avere problemi economici ad attuare in tempi rapidi questo protocollo».
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