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15 Giugno 2020 - 12:57
Una sfida al passato con l'allenatore con cui ora progetta il futuro. La finale di Coppa Italia di mercoledì contro la Juvenus è una partita speciale per Aurelio De Laurentiis, e non solo per il trofeo in palio: sulla panchina bianconera siede quel Maurizio Sarri tanto amato e dal quale si è poi sentito tradito.
«Mi fece incazzare con la scusa volgare dei soldi, mi costrinse a cambiare, e aveva ancora due anni di contratto - racconta oggi il presidente del Napoli al “Corriere dello Sport" - Ricordo che a febbraio mi invitò a pranzo in Toscana, a due passi da casa sua, organizzò la moglie, parlammo di tante cose ma non accenno a chiusure, a separazioni, mi portò fino al giorno che precedette l'ultima partita creando disturbo e incertezza alla società».
Sarri ha però lasciato il segno a Napoli anche se «nel calcio vale la regola del cinema dove per fare un buon film sono necessari un ottimo regista e un ottimo produttore, sono i genitori dell'opera dell'ingegno». Partito Sarri, Adl ha optato per Ancelotti («Carlo mi ricordava mio padre. Ma prendendo lui, non so se feci la cosa più giusta per il Napoli»), salvo poi fare marcia indietro e andare su Gattuso.
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