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Paolo Rossi, il ricordo degli azzurri dell’82

Paolo Rossi, il ricordo degli azzurri dell’82

Da Dino Zoff a Giancarlo Antognoni, da Beppe Dossena a Pietro Vierchowod. Gli azzurri campioni del Mondo nel 1982 piangono Paolo Rossi, da tutti conosciuto come Pablito, scomparso nella notte a 64 anni. "E' una notizia tragica, inaspettata, lui non parlava assolutamente mai della sua malattia. E una grossa perdita, era un ragazzo intelligente e simpatico", le parole di Zoff all'Adnkronos. "Abbiamo vissuti tanti momenti assieme, si parla dei Mondiali ma noi eravamo assieme anche prima, c'è sempre stato un rapporto da fratelli, io ovviamente ero il maggiore, di lui porterò sempre con me il ricordo della sua grande simpatia", conclude l'ex portiere campione del mondo a Spagna '82.

"E' stato un grande giocatore del Mondiale '82 e soprattutto era una persona molto sensibile, una brava persona. Ci siamo visti nella Nazionale master, era anche molto a modo, era un bravo 'ragazzo' anche se aveva 64 anni. Il 2020 è stato un anno veramente infausto, nato male e finito peggio", dice Pietro Vierchowod all'Adnkronos. "Rossi l'ho visto dagli esordi fino a quando ha smesso, era un centravanti atipico, si vedeva poco durante la partita ma in area di rigore come arrivava il pallone faceva gol. Giocatori con queste caratteristiche di 'rapina' non ce ne sono, lui aveva la capacità di capire prima dove arrivava la palla anche dopo un rimbalzo o una carambola. E' una grande perdita per il calcio mondiale. Avevo letto che non stava bene ma non pensavo che potesse lasciarci così presto", aggiunge l'ex difensore.

"Un altro pezzo di storia del mio amato calcio se ne va. Grande Paolo con te ho vissuto in Nazionale gli anni piu' belli. Ti voglio bene. R.I.P", scrive su Facebook il club manager della Fiorentina Giancarlo Antognoni, compagno di squadra di Pablito in Nazionale.

"Alla notizia mi mancava l'aria e il fiato e sono dovuto uscire di casa", dice Beppe Dossena all'Adnkronos. "Ho avuto anche un rapporto particolare con lui, nel 1982-83 abbiamo fatto una campagna pubblicitaria insieme, avevano un ristorante insieme, abbiamo passato le vacanze insieme a Ibiza e a Forte del Marmi, siamo stati a casa di Miguel Bosè, sono tanti i ricordi", ricorda.

"Oggi sono sul mare e cerco di ricordarmi dei piccoli frammenti, è veramente brutto perché se c'era un uomo che amava la vita era Paolo, io non ho questa fortuna e questa capacità di farlo, era sempre sereno, sorridente, era una persona incredibile. Queste sono cose che non si vorrebbero mai sentire. Sono pezzi di vita che se ne vanno, al di là del Mondiale. Ho vissuto con lui anche esperienze fuori dl campo, con le famiglie", prosegue l'ex centrocampista azzurro.

"Ieri mi hanno detto a Genova che non stava bene, ma non pensavo così, devo dire che abbiamo la nostra chat e lui appariva poco, ma ho pensato che fosse un po' di sofferenza, ma invece si vede che era un brutto compagno di viaggio. E' brutto e triste. Io oggi mi sto godendo questa camminata e questo panorama ripensando a tutti i momenti che abbiamo passato insieme, sono dovuto uscire di casa perché alla notizia mi mancava l'aria, il fiato, ora mi sto un po' rasserenando ma è durissima", conclude Dossena.

"E' una giornata molto triste, per me è stato un fulmine a ciel sereno, sapevo che aveva qualche problema ma non che fosse così grave. E' stata una mazzata, non volevo crederci. Il ricordo professionale che rimarrà indelebile nel mio cuore è il primo gol nella finale contro la Germania al Mundial 1982 che arrivò da un mio cross", dice Claudio Gentile. "Paolo era un ragazzo eccezionale, intelligente e molto attento, non si è mai montato la testa. In campo poi era uno che si faceva sentire", conclude l'ex difensore che con Rossi ha alzato la coppa del mondo al cielo nella notte del Bernabeu.

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