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11 Dicembre 2020 - 14:07
Dopo l'incontro con l'Assessore allo Sport del Comune di Napoli Ciro Borriello, avvenuto la settimana scorsa, per i ragazzi del Comitato Centro Paradiso è arrivato anche un invito da parte della Regione Campania. Nella giornata di mercoledì infatti una rappresentanza del comitato si è recata presso gli uffici del Centro Direzionale, dove è stata accolta dal Consigliere regionale Pasquale Di Fenza. Si è discusso sulla riapertura e, ovviamente, sulla riqualificazione di quello che è stato un simbolo della storia del Napoli, abbandonato all'incuria e al degrado dopo il fallimento della società nel 2004. L'idea del Consigliere è quella di un bando pubblico per delegare a tecnici il compito di elaborare un piano di fattibilità che abbia come scopo l'acquisto del Centro Paradiso di Soccavo da parte della Regione. I nodi da sciogliere sono quelli legati al successivo affidamento della struttura e al suo futuro utilizzo, nonché alla sua futura fruizione. Di Fenza ha avallato qualche ipotesi a riguardo, ma i membri del comitato presenti all'incontro hanno chiarito fin da subito la loro volontà: il Centro Paradiso deve risorgere ed essere restituito al quartiere di Soccavo e, in generale, alla città, agli abitanti e ai tifosi. La riapertura della struttura deve avere un impatto sociale sul quartiere, ritornando ad essere un luogo di sport ma anche di aggregazione. Il comitato spinge verso l'azionariato popolare, che potrebbe di fatto rivelarsi un'ipotesi interessante e da non sottovalutare. Di seguito il comunicato ufficiale pubblicato dal comitato sulla pagina facebook 'Centro Paradiso' e sulla pagina instagram 'centroparadiso':
"Il comitato Centro Paradiso si è recato presso gli uffici della Regione Campania per incontrare il Consigliere regionale Pasquale Di Fenza. Oggetto dell'incontro è stata la proposta del Consigliere, di mettere ai voti un bando pubblico per affidare a tecnici il compito di stilare un piano di fattibilità finalizzato all’acquisto dell’Ex Centro Sportivo Paradiso da parte della Regione. Il passo successivo sarà poi l’affidamento all'Assessorato competente, individuato nel momento in cui la proposta verrà approvata in Consiglio. Argomento della discussione è stata anche la futura destinazione d'uso e l'impatto di una possibile riapertura del Centro sul quartiere. La finalità della Proposta avanzata dal Consigliere, così come nell'immaginario di tutti quelli che ricordano il Centro e vogliono la sua riapertura, coincide con la nascita di un museo di Diego e della storia del Napoli e la riapertura del campo. Il Comitato ha chiarito che la sua riapertura deve avere come primo punto fermo un impatto sociale sul quartiere, sulla città e sui tifosi. Deve dunque garantire un'ampia accessibilità alle strutture, il diritto allo sport, il diritto alla cultura, e di rendere il Centro un luogo di aggregazione, vista la carenza di spazi legati alla socialità nel quartiere, e soprattutto non deve essere decontestualizzata, deve per cui avere in sé tutte le caratteristiche di un bene restituito alla città. Per questi motivi abbiamo indicato necessaria la presenza di chi si immagina la rinascita del Centro Paradiso in questo modo nel momento in cui ci sarà la stesura della destinazione d'uso, che verrà in uno step successivo al tavolo di possibilità. Il tavolo di fattibilità servirà anche a capire con quali fondi e con quale piano economico è possibile acquistare il Centro Paradiso. Una delle probabilità è quella che la regione possa attuare un piano con il "Project Financing", cioè fondi che verranno stanziati per la riqualifica e che prevede l'inserimento di un privato per la sua gestione per un limitato periodo di tempo, durante il quale deve fare rientrare determinate spese per questioni di bilancio. Durante l'incontro abbiamo illustrato la proposta dell'azionariato popolare, formula con la quale si possono rendere partecipi, in egual misura, chi ha veramente a cuore il destino e la rinascita questo posto: il quartiere, la città e tifosi. Una proposta che teoricamente è privata, ma non lo è perché chiunque andrebbe a fare parte di questa cosa, nessuno avrebbe più potere decisionale rispetto ad un altro azionista. Altre esperienze virtuose di azionariato popolare, dove convergono nella stessa direzione i soci dell'azionariato popolare, quindi i tifosi e i cittadini, le istituzioni e anche gli imprenditori. Esistono già in Italia e in Europa, è a queste esperienze, nelle quali il potere decisionale è diviso equamente, che ci ispiriamo. Se proprio un privato deve mettere le mani su quel posto, che sia un privato che meglio rappresenti questo pezzo della storia della città e del calcio e quindi un falso privato come una società di azionariato popolare. Continuiamo su questa strada e facciamo convergere tutti, comprese le istituzioni, su una proposta come quella dell'azionariato popolare, che non esclude nessuno! Insieme è possibile!"
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