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10 Maggio 2017 - 21:58
L’ex capitano gialloblù incita le vespe: «Bisogna dare tutto, come facevamo noi. Poi sarà il campo a emettere il verdetto»
CASTELLAMMARE DI STABIA. La Juve Stabia può contare su un’arma d’altri tempi. La passione della tifoseria gialloblù incarna secondo Donovan Maury un fattore chiave in vista del prosieguo del torneo che condurrà le vespe ai play-off dopo l’ostacolo Taranto. «Non ho mai trovato altrove un calore simile - ammette il difensore belga - a Castellammare ho vissuto cinque anni indimenticabili in cui i nostri sostenitori si sono sempre contraddistinti sia nei frangenti positivi che negativi. Il terzo anno fu quello della simbiosi totale, la tifoseria ci trascinò alla conquista della serie B facendoci partecipi dell’importanza che la Juve Stabia incarnava per la città in un momento di profonda crisi economica. Arrivammo agli spareggi da sfavoriti, eppure riuscimmo a spuntarla contro Benevento ed Atletico Roma riuscendo addirittura a vincere 2-0 al Flaminio. Non dimenticherò mai le due settimane di festa a Castellammare, fu un’estate incredibile». L’impressione è che all’attuale organico manchi proprio un leader alla Maury. «Il mio fu un caso diverso dagli altri, tenevo particolarmente alle sorti della squadra perché ero legatissimo alla famiglia Giglio ed a Franco Manniello. Sin dal primo momento ho sentito la fiducia dei patron e ho sempre dato l’anima per onorarla. Oggi è diverso, anche se la passione di Manniello è rimasta immutata e va tutelata: è un presidente d’altri tempi che ogni tanto andrebbe frenato perché il suo esser vulcanico lo porta a rilasciare dichiarazioni frutto del momento. Alla squadra dico solo di lavorar sodo e lasciare il sangue in campo come facevamo noi, poi sarà il campo a dire dove saranno riusciti ad arrivare. Equilibri saltati a gennaio? Onestamente non credo che la partenza di un paio di uomini possano sconvolgere una rosa, nel calcio gli addii fanno parte del gioco. Accampare alibi è tempo perso, bisogna solo star zitti e pedalare per arrivare al successo». E per le vespe è giunto il momento di tornare a salire sui pedali e riprendere la scalata.
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