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Verso Milan-Napoli, Spalletti: «Vesuvio sia dentro noi per vincere»

Verso Milan-Napoli, Spalletti: «Vesuvio sia dentro noi per vincere»

Napoli a San Siro senza Mario Rui, Fabian Ruiz, Insigne, Osimhen e Koulibaly. Lo ha annunciato in conferenza stampa Luciano Spalletti alla vigilia della gara col Milan.

«Ho creato dei problemi ai miei calciatori facendomi espellere, io non posso fare a meno di loro - quando me ne manca qualcuno sono in difficoltà e mi sento a disagio - e ho penalizzato la squadra. La prima responsabilità di queste due sconfitte è mia. E non succederà più».

MANOLAS. «La storia di Manolas riguarda il rapporto tra lui e la società, è con quelli che ci sono che possiamo ambire a vincere la partita, io quindi di Manolas non ne parlo. Averlo visto felice alla presentazione dell'Olympiacos mi fa piacere per lui, per il resto noi abbiamo delle necessità per le insidie che ti possono accadere. Le osservazioni che fate voi figuriamoci se non le facciamo noi, ora il mercato è chiuso ed il gruppo a disposizione per ora è questo». Sono le parole del tecnico sulla partenza del difensore Manolas.

Il tecnico sulla sfida con i rossoneri ha poi spiegato che «Mario Rui non è convocato, come Fabian, Insigne, Osimhen, Koulibaly naturalmente. Facciamo prima a dire chi c'è...», dice sorridendo il tecnico che dal Milan si aspetta «la squadra che ho visto in questi due anni, col lavoro fatto da Pioli, con un modo di stare in campo chiaro così come le scelte dei singoli campioni che ha a disposizione. Io non voglio giocare contro squadre in difficoltà, ma contro squadre forti, perché il Napoli è una squadra che può giocare contro squadre forti, non ho bisogno di peggiorare gli altri per esibire la mia forza. Noi domani dobbiamo giocare da squadra forte, viva, il Vesuvio non deve essere una cartolina ma dobbiamo averlo dentro di noi per fare quello di cui abbiamo bisogno».

INSIGNE. «Insigne? Solo un allenatore che ha perso il senno potrebbe rinunciare ad uno con le sue qualità, lui è un buon capitano di una squadra, non deve essere mai presa come il massimo possibile perché ogni occasione può essere quella giusta per diventare più forti. Mi è sembrato dall'inizio in linea con la figura che immaginavo da fuori». «Lui è un calciatore che ha un cuore, anche se voleva giocare dall'inizio e se lo aspettava, ci sono io poi che commetto un errore e gli chiedo 70 minuti. Nella sua disponibilità io me ne sono un po' approfittato, è una sua qualità esserci e aiutare però io dovevo valutare anche se c'erano valutazioni che portavano a poter fare quei 70 minuti come li vuole fare lui, ma ci ho messo del mio ed ha fatto una figura al di sotto delle sue potenzialità».

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