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11 Aprile 2022 - 07:00
Non bastano Mertens e Osimhen: Italiano passa con Nico Gonzalez, Ikoné e Cabral. Delusi i 50mila
NAPOLI. I fantasmi di NapoliVerona di maggio 2021 si materializzano nella domenica delle Palme del 2022. Gli azzurri perdono un’altra occasione (una delle tante) e la corsa scudetto si complica. L’Inter ha vinto, il Milan ha pareggiato e guadagna un punto su entrambe, anche se l’Inter ha una gara da recuperare. E dietro c’è la Juventus che insegue. Spalletti ha parlato di una possibile sentenza, il pubblico del Maradona (ieri in 50mila a Fuorigrotta) ha lasciato lo stadio in preda alla delusione. Una squadra che puntualmente viene meno nelle occasioni importanti, anche se in questo caso non era l’ultima spiaggia. Restano sei partite e qualcosa potrebbe ancora succedere. La speranza rimane, ma forse la priorità dovrebbe essere blindare il posto in Champions League.
FIORENTINA E STADIO MARADONA ancora indigesti per il Napoli in un momento cruciale per la rincorsa allo scudetto. I partenopei crollano in casa, per 3-2, e si fermano, dopo tre vittorie consecutive, al cospetto del team viola che rilancia le proprie ambizioni per un piazzamento europeo. In un match dalla posta in palio altissima per gli obiettivi di entrambe le squadre, è la squadra di Spalletti a premere nelle prime battute, costruendo tanto ma senza concretizzare. Il primo quarto d’ora è praticamente un assolo dei padroni di casa, sospinti da un “Maradona” ricolmo di passione. Ma agli azzurri manca la stoccata decisiva, che sia per un leziosismo di troppo come nel caso di una mancata conclusione di Fabian Ruiz o per la bandierina del guardalinee, che pesca giustamente Osimhen in fuorigioco nel comodo tap-in sul cross di Zielinski. E passata la sfuriata iniziale, la Fiorentina prende coraggio e gela il pubblico napoletano al 29’, quando Nico Gonzalez fulmina Ospina con un mancino che si insacca dopo aver colpito il palo. Nella ripresa Spalletti lancia Lozano per un Politano mai in partita e nell’ultima mezz’ora opta per il 4-2-3-1 con l’ingresso di Mertens. L’inserimento del belga risulta una mossa azzeccata. “Ciro” impiega solo due minuti per lasciare il segno nel match, con una conclusione chirurgica dal limite sull’assist a rimorchio di Osimhen: al 58’ è quindi 1-1, con il “Maradona” che torna a spingere.
Ma nel momento di massima difficoltà, anche Italiano pesca il jolly: dentro Ikonè, che emula Mertens e dopo 66 secondi si sblocca in maglia viola con un diagonale che non lascia scampo a Ospina. E non sarà l’ultimo pallone raccolto dal fondo della rete, perché al 72’ arriva anche la magia di Cabral, che approfitta dello scivolone di Lobotka e piazza nell’angolo più lontano per il 3- 1. Una fiammata all’84’ di Osimhen consegna al Napoli un finale di speranza ma la Fiorentina resiste sino al triplice fischio di Mariani, arrivato dopo 5’ di recupero. Il problema è il rendimento interno: otto sconfitte (contanto anche le coppe) sono troppe. E lunedì prossimo, giorno di Pasquetta, arriverà la Roma di Mourinho. Un altro banco di prova complicato, ma sarebbe importante reagire con un risultato positivo, quantomeno per chiudere il campionato rimanendo in corsa fino alla fine per il titolo.
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