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Napoli, è l’ora della Champions. A San Siro senza Osimhen ma con un Raspadori in più

Napoli, è l’ora della Champions. A San Siro senza Osimhen ma con un Raspadori in più

L’attacco più forte del campionato, 66 gol in 29 partite, media di 2,27 reti a gara, non esiste più. Osimhen (21 gol) è fuori, Simeone è infortunato e Raspadori ha qualche problema. Resiste Kvaratskhelia. In queste condizioni, il Napoli affronta stasera il Milan a San Siro per l'andata dei quarti di finale Champions. Spalletti presenterà un Napoli a sorpresa. Un “falso nove” e una girandola di ruoli con gli attaccanti e le mezze-punte disponibili potrebbero imbarazzare la difesa milanista. Col Napoli in difficoltà, il vecchio calcio suggerirebbe difesa e contropiede. Il sotterfugio tattico, però, non si addice alla squadra azzurra. Costruito per imporre il suo gioco, il Napoli avrebbe difficoltà ad ammucchiarsi in difesa lanciando lungo. Il Napoli giocherà come sa e, allora, sarà essenziale che i centrocampisti si presentino nella migliore condizione cancellando l'impressione di un calo nelle ultime due partite. Determinante sarà il rendimento di Anguissa e Zielinski a sostegno di Lobotka. Nella partita al “Maradona” contro il Milan, la squadra rossonera ha vinto il match a centrocampo. Pioli ha affollato la zona con cinque giocatori per soffocare i movimenti di Lobotka. Brahim Diaz da ala destra entrava nel campo, Krunic su Loboka nella trequari rossonera, Tonali e Bennacer a elastico (difesa e attacco), Giroud arretrando su Lobotka quando lo slovacco iniziava dal basso. Fino a che punto, stasera, farà testo il 4-0 milanista in campionato non è dato sapere. La partita giocata al “Maradona” è stata la classica gara in cui una squadra gioca al massimo e l'altra al minimo. È da escludere che la “combinazione” si ripeta stasera anche se Pioli avrà i migliori giocatori a disposizione e Spalletti no. Il Napoli avrà tre pesanti handicap: il “ricordo“ comunque dello 0-4, l’assenza di Osimhen e il tifo di ottantamila sostenitori rossoneri. San Siro sarà un assordante campo di battaglia. Ci vorrà tutta la capacità di lottare, che non fa difetto a questo Napoli, come ha sottolineato Spalletti, rispetto al precedente Napoli, per uscire dal campo milanese col miglior risultato in vista del “ritorno” a Napoli. Anche il MiIan ha un problema, la pressione come squadra favorita in questa prima sfida. Non conta assolutamente il dna rossonero: la capacità di affrontare e vincere le partite di Champions appartiene a un Milan lontano e non si trasmette. Venerdì, contro l’Empoli, Pioli ha risparmiato Leao e Giroud, facendogli giocare gli ultimi venti minuti. Il Milan non è stato capace di battere l'Empoli (0-0) attestato in difesa, complicandosi la classifica (superato dalla Roma e con l'Inter a un punto). Dunque, il Milan non è la macchina perfetta ammirata a Napoli. Ma non è più il MiIan battuto a Udine (1-3) e sconfitto a San Siro dal Sassuolo (2-5) però a gennaio. Il 4-0 di Napoli potrebbe illudere i rossoneri. Anche questo va messo nel conto degli “equilibri psicologici” del match di stasera. Pioli sostiene ovviamente che stasera è una partita che fa storia a sè, senza suggestioni passate. Il Milan è “carta conosciuta”, ovviamente la fulminante corsia di sinistra con Theo Hernandez e Leao, il gioco aereo di Giroud, ma soprattutto le posizioni e i movimenti del centrocampo mostrati con successo al “Maradona” (Brahim Diaz protagonista). Contro un Napoli “truccato” in avanti per le assenze, il Milan potrebbe disorientarsi. Per potenza fisica Kvara dentro al campo contro le fortezze centrali del Milan, Raspadori o Elmas defilati, soluzione offensiva che sembra la più logica, a meno di Lozano "falso nueve", mossa però poco convicente. Come già detto, il Napoli dovrà tenere a centrocampo, sia proteggendo la difesa, come non fece al "Maradona" regalando campo aperto al contropiede milanista, sia recuperando energia e precisione per sostenere l'attacco. Un Napoli compatto e in forma potrà deludere le aspettative milanesi che sono altissime.

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