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17 Luglio 2023 - 08:31
DIMARO FOLGARIDA. Un uomo di campo ma elegante allo stesso tempo. Mauro Meluso, nuovo direttore sportivo del Napoli, si presenta alla presentazione nel teatro di Dimaro Folgarida con un completo nero, con cravatta abbinata e fazzolettino bianco nel taschino della giacca. Non tutti hanno la possibilità di entrare nella famiglia dei campioni d’Italia ed è per questo che il dirigente calabrese ha voluto mostrare subito il suo charme. Poi naturalmente servirà la “tuta” per confermare tutto quello che di buono ha fatto vedere con il Lecce e lo Spezia. Il tempo lo aiuterà e anche la vicinanza con il presidente De Laurentiis sarà fondamentale. «Non tifo per la Juventus ed è un onore per me lavorare per il Napoli», ha spiegato Meluso facendo riferimento alla fede calcistica di Giuntoli svelata dopo otto anni in azzurro.
Quali sono le sensazioni e quali sono i segnali che state avendo sul rinnovo di Osimhen?
«Intanto le mie sensazioni sono particolarmente positive, sono nel club campione d'Italia. Le responsabilità aumentano, ma il calcio è uguale a tutte le latitudini, cambiano i numeri ma ho fatto il calcio a tutti i livelli da calciatore a ds. Cambiano i numeri economici, ma anche di seguaci, ma non è motivo di paura, ma di ulteriore stimolo e responsabilità e e sono particolarmente felice. Ringrazio ADL, Micheli, Chiavelli che hanno pensato a me. Mi è piaciuto l'aneddoto ricordato da ADL, vincemmo meritatamente con lo Spezia e un presidente di una big solitamente è incavolato nero, ma lui venne negli spogliatoi e fu una grande sorpresa, da quel momento ci sono stati dei contatti formali. Il 13 luglio il presidente mi ha chiamato, intorno alle 7, e mi ha chiesto di incontrarlo. Abbiamo chiacchierato, mi ha fatto un bel po' di domande anche se mi conosceva già, c'erano anche Sinicropi e Micheli, e in venti secondi ci siamo accordati a livello contrattuale. Osimhen? Sono appena arrivato, so che se riusciamo a tenerlo è una gran cosa, fa a differenza, ce ne sono pochi come lui, ma sono appena arrivato e valuteremo piano piano con tutti i dirigenti. Tutte le decisioni si prendono insieme».
Ormai Kim è del Bayern. Ha già in mente chi potrà essere il sostituto?
«Io sono appena arrivato, da lunedì inizieremo a fare riunioni, ma non sono stati con le mani in mano e Micheli e Chiavelli sono andati avanti col lavoro. Ora c'è una voce in più, ma Kim sicuramente andrà sostituito e ci lavoreremo».
Oltre ad essere un uomo mercato quale sarà il suo ruolo all’interno del club?
«In una società così importante non si lavora con una sola persona che decide, ma si lavora insieme e si prendono decisioni di concerto. il presidente De Laurentiis lo conoscete, è un decisionista ed ha un peso importante. Il presidente mi ha domandato del mio modo di lavorare nell'incontro, quindi il mercato ma anche i rapporti all'interno. Poi certe cose e certe strategie restano segrete, se dovessero uscire sarebbe negativo».
Garcia ha detto che vorrebbe tenere tutti i giocatori che sono diventati campioni. Sarà possibile?
«Una squadra che vince in quel modo è una super-squadra. È evidente che terrei tutto, ma bisogna vedere le dinamiche interne, non cambieremmo una virgola, tutti, ma solo dall'interno si vedono certe dinamiche. Ed il Napoli può lavorare per cercare di restare in un ambito importante. Il Napoli al di là dell'ultimo anno già negli ultimi anni ha avuto una crescita e deve restare su questi livelli».
Cosa ha pensato quando è arrivata la telefonata del presidente?
«Sono rimasto sbalordito, non me l'aspettavo. Non che non me lo meritassi, consentitemelo, ma non pensavo fosse il momento».
In quale settore può dare un contributo più importante?
«È una cosa che valuteremo, io ho fatto il calcio a tutti i livelli, sin da bambino. Ho esperienza, vado per i 59, lo faccio da tanti anni perché ho smesso presto per gli infortuni. Per anni nelle categorie inferiore, ma è esperienza, ho sempre tenuto il profilo basso ed ho sempre cercato di scalare la montagna per arrivare in A e ci sono arrivato col Lecce e lo Spezia. So di conoscere il calcio in tutti i suoi lati, vi racconto che a 13 anni fui selezionato per giocare nel Napoli. C'era il campo di Soccavo, ma mia madre si oppose, Sormani venne a casa mia per convincere la mia famiglia ma non ci fu verso, era troppo lontano da casa. Poi andai alla Lazio più avanti, ora ritrovo il Napoli che era sulla mia traiettoria».
Cosa succede col mercato arabo? Ha percepito che c'è interesse sugli azzurri?
«Non mi sono stati riferiti, ma da domani saremo operativi. Avremo una riunione col presidente e tutti i dirigenti e gli scout. Parleremo di tutto. Dico cose scontate: hanno potenzialità economiche molto superiori alle nostre, non derivano dai diritti tv, ma da risorse proprio e non si può competere con offerte da 20mln netti a stagione e sballano un po' il mercato».
Quanto cambia lavorare in Lecce o Spezia ed il Napoli campione d'Italia? Che sfida è per lei?
«Il calcio è uguale ovunque per un motivo, in primis per la società che deve avere le idee chiare e la coerenza. Se non si crea una situazione di credibilità allora si crea incertezza, poco entusiasmo, perciò è uguale ovunque, poi cambiano i numeri, ma alcune cose sono uguali. Poi c'è il campo ed il rispetto delle regole, ma avere regole e farle rispettare è la bibbia».
Sgombriamo il campo. Mica tifa per la Juventus come il suo predecessore?
«Non ho mai tifato per la Juve. Ho giocato in A con Cremonese e Lazio, non ho un tifo particolare. Tifo per la squadra per cui lavoro, ora è una grande opportunità per me e darò tutto ciò che posso».
Guardandolo da fuori, cosa l'ha colpito del progetto Napoli?
«Ho tanti amici napoletani, la cosa è uscita, la grande forza è il calore, la partecipazione, ricordo che a dicembre andai lì per una gita, doveva passare d'acqua sotto i ponti per lo Scudetto ma era già entusiasta. La gente ti fa sentire importante e aumentano le responsabilità. La società ha lavorato benissimo, in 10 anni ha fatto più punti di tutti dietro la Juve e lo Scudetto è il coronamento del percorso e l'entusiasmo si respira già qui ed è carburante».
Si immagina di valorizzare anche calciatori da categorie inferiori o di continuare con l'estero alla Kvara?
«Gli scout ed io stesso cerchiamo sempre qualcosa di importante, sono rimasto fermo nell'ultimo periodo ma ho girato e sono stato in giro. Avevo visto ad esempio Kim dal vivo al Fenerbahce, bisogna sempre aggiornarsi ma un conto è lo Spezia ed uno il Napoli, sono cose diverse se devi salvarti o altro. Ben venga però scoprire sempre uno poco conosciuto e che può esplodere».
Come va rinforzata questa squadra?
«Dobbiamo fare riunioni e capire bene dove migliorare e cosa tenerci ben stretto, sono arrivato davvero da pochi giorni e non ho ancora preso pienezza del mio ruolo».
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