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22 Giugno 2017 - 22:13
Bisogna al più presto iniziare i lavori per il rifacimento del manto in erba sintetica o si rischia l'esilio
CASTELLAMMARE DI STABIA. Tiene sempre più banco la querelle stadio a Castellammare di Stabia. Come è ormai noto sin dai tempi di Piero Braglia, perenne sostenitore della battaglia in questione, il manto sintetico del Menti va sostituito e non può ottenere nessun’altra proroga dalla Uefa dopo quella giunta in extremis la scorsa stagione. L’ultimo intervento radicale in tal senso risale al 2009, quando la Juve Stabia emigrò prima al Giraud di Torre Annunziata e poi al Varone di Sant’Antonio Abate durante i mesi autunnali con evidenti ripercussioni sui risultati della squadra che a fine torneo retrocesse in Seconda Divisione dopo i play-out di Lanciano a dispetto di una rosa che puntava a ben altri risultati. Per scongiurare problemi di sorta, i gialloblù sono riusciti ad ottenere il placet del Comune di Caserta per l’individuazione del Pinto come impianto di riserva, con la consapevolezza che nella migliore delle ipotesi dovranno disputare lontano da Castellammare i match di Tim Cup e molto probabilmente la prima giornata. Il bando dovrebbe essere questione di giorni, ma l’impressione è che difficilmente i lavori saranno completati prima di fine settembre, necessitando di almeno 45 giorni. I tifosi incrociano le dita attendendo soprattutto che il patron Manniello formalizzi l’iscrizione al torneo di Lega Pro per poi pensare a staff tecnico e mercato; se poi l’avvio di torneo si dovesse disputare in campo neutro sono già pronti a farsene una ragione pur di veder garantita la sopravvivenza del club. D’altronde già la scorsa stagione i lavori si trascinarono di settimana in settimana senza poi essere eseguiti per negligenza dell?amministrazione comunale stabiese, dunque inutile appigliarsi a false speranze e prepararsi con il cuore ad un esodo estivo che ci si augura possa almeno rivelarsi il più breve possibile. E soprattutto con ripercussioni diverse dal 2009.
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