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In finale con super Zerbin

In finale con super Zerbin

Laggiù, in Arabia Saudita, terra di sogni e di cammelli, e di De Laurentiis sceicco per un giorno, il Napoli abbatte la Fiorentina (3-0) nella prima semifinale della Supercoppa italiana e lunedì affronterà in finale la vincente di Inter-Lazio. Hanno colpito Simeone e due volte Zerbin. Finalmente Mazzarri vince col “suo” Napoli. Butta via il 4-3- 3 e schiera un 5-4-1 che sorprende la Fiorentina. Difesa centrale con Di Lorenzo, Rrahmani e Juan Jesus, rinforzata ai lati da Mazzocchi e Mario Rui. Centrocampo folto di contrasto e ripartenza. Simeone unica punta battagliera. Niente più costruzione dal basso, niente più palleggio, possesso-palla concesso agli avversari, difesa a cinque che toglie ampiezza agli attacchi della Fiorentina (vengono avanti inutilmente gli esterni della difesa viola Kayode e Biraghi), lanci per il contropiede. L’interpretazione del nuovo modulo non è sempre impeccabile, le distanze tra gli azzurri non sono sempre corrette, ma i giocatori sono eccitati dal nuovo sistema di gioco e si impegnano con grande applicazione rivelando un nuovo spirito solidale di battaglia difensiva e accentuato agonismo nel rubare palla e ripartire. Il Napoli colpisce in contropiede avviato da Kvaratskelia che scatena la galoppata centrale di Juan Jesus, staccatosi dalla difesa. Il brasiliano pesca Simeone tra i difensori toscani poco protetti e il Cholito insacca con un preciso diagonale da destra sull’angolo sinistro (22’). A sorpresa il Napoli schioda la partita. La confusione della Fiorentina, di fronte all’inedito modulo degli azzurri, è tale che Ikoné batte alto il rigore per il possibile pareggio (44’ fallo di Mario Rui sul congolese). Nel primo tempo c’è un solo tiro pericoloso della Fiorentina tra i pali di Gollini (11’ Biraghi fuori, 41’ Bonaventura largo) che inchioda a terra un colpo di testa di Quarta (29’). Di fronte alle quadrate legioni azzurre, i viola tentano soluzioni dalla distanza e sul continuo fraseggio si intrappolano nelle maglie strette del Napoli. Ogni azzurro morde l’avversario diretto e la squadra è sempre compatta schierandosi a difendere. Sul minimo vantaggio quanto resisterà il Napoli che consegna la partita all’avversario? Resistono magnificamente gli azzurri che non hanno più tremori in difesa. Mazzarri l’ha trasformata in una doppia trincea insuperabile. Appena dopo l’intervallo, Italiano tenta l’assalto con un improvviso 4-2-4 schierando in attacco Nzola, subentrato a Ikonè, Bonaventura, Beltran e Sottil che prende il posto di Brekalo, assistiti dagli inesauribili Arthur e Duncan. Il Napoli “italianissimo” di Mazzarri concede nulla. Alla fine si conterà appena un tiro in porta della Fiorentina. Sono appena entrati Zielinski per Kvaratskhelia, Lindstrom per Politano e Ostigard per Mario Rui (71’), con l’impiego di tutta la “rosa” disponibile da parte di un Mazzarri finalmente scatenato, e il Napoli vola con la sostituzione più significativa (81’ Zerbin per Mazzocchi con i crampi) dopo la resa di Cajuste, dolorante a terra e sostituito da Gaetano (76’). Zerbin, dato per partente, diventa il protagonista finale e conclusivo dell’impresa azzurra. Sul corner di Zielinski e la sponda di Di Lorenzo, il ragazzo novarese scivolando e toccando il pallone con la punta del piede sinistro mette la palla oltre la linea (84’). Sullo slancio, si fa male battendo con un fianco sul palo. Ma resuscita e, due minuti dopo, replica con un “assolo” di quaranta metri e palla in gol per il trionfale 3- 0. Il Napoli ha dato tutto come non succedeva da tempo. Mazzarri col nuovo modulo ha dato ai giocatori sicurezza e voglia di battersi. Non sono più i campioni d’Italia dello spettacolo, ma ora il Napoli può diventare una squadra solida e minacciosa. Era tempo che Mazzarri imponesse la sua visione tattica. I giocatori hanno risposto alla grande.

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