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07 Giugno 2024 - 11:28
Cresciuto calcisticamente nella Turris, squadra in cui milita da sette lunghi anni e di cui è bandiera e capitano, Stefano Esempio ha rimediato nel corso di questa stagione la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, uno degli infortuni peggiori per un calciatore. Grazie alla sua forte personalità ed alla sua determinazione, dopo l'ottima riuscita dell'intervento chirurgico ad opera dell'illustre Dottor Dario Di Filippo e dopo aver completato il percorso di riatletizzazione post chirurgica presso la Palestra Sidea di Fuorigrotta sotto la supervisione dell'eccellenza della fisioterapia campana, il Professor Nicola Agosti, Stefano è tornato in campo, si è riguadagnato i gradi di capitano ed ha condotto da vero leader la Turris alla salvezza nel girone C di Lega Pro senza passare per i playout. Di seguito la sua storia e l'intervista concessa in esclusiva ad Il Roma.
LA STORIA CALCISTICA DI STEFANO
Diventare un calciatore professionista era il mio sogno fin da bambino. Mi sono da sempre ispirato a Fabio Cannavaro, il mio idolo calcistico. La vera svolta per me è arrivata a 16 anni, quando sono passato all'Ischia Calcio. All'epoca gli isolani disputavano la Serie C ed io fui integrato all'interno dei Giovanissimi Nazionali dove, nonostante la mia statura, riuscì ad impormi come difensore centrale. L'anno successivo fu quello dell'upgrade: fui promosso alla categoria Berretti ed instaurai un ottimo rapporto con l'allenatore, Antonio Porta, che fin da subito mostrò fiducia in me, tanto da affidarmi la fascia da capitano. Grazie al minutaggio concessomi ed alle buone prestazioni, complice poi il fallimento società, al termine della stagione passai alla Turris, dove mi sono consacrato.
IL PERCORSO NELLA TURRIS
Nella Turris ho fatto tutta la trafila, partendo dalle Juniores Nazionali. Ho sentito fin da subito la fiducia da parte di allenatore e società. Anche in questo caso infatti mi sono guadagnato i gradi di capitano. Dopodiché sono arrivate le prime convocazioni in prima squadra. Di lì in poi è iniziata la mia vera e propria carriera, che mi ha portato a divenire bandiera e capitano del club.
L'INFORTUNIO
Nell’autunno del 2023 ho subito la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, uno degli infortuni più gravi per un calciatore. Fortunatamente ho incontrato lungo il mio percorso di riabilitazione due eccellenze del settore che tengo particolarmente a ringraziare: il Dottor Dario Di Filippo ed il Professor Nicola Agosti. Il primo è il chirurgo che mi ha operato, il secondo è il fisioterapista facente parte della sua equipe medica che mi ha seguito durante il percorso di riatletizzazione presso la Palestra Sidea di Fuorigrotta. È grazie al loro prezioso aiuto che sono riuscito a recuperare ottimamente dall'infortunio e a tornare in campo.
IL RITORNO IN CAMPO E LA SALVEZZA CON LA TURRIS
Dopo una lunga cavalcata, al fotofinish siamo riusciti a salvarci all'ultima giornata di campionato, evitando dunque lo spauracchio dei playout. Nonostante i problemi che sta vivendo la società, con i ragazzi e con l'allenatore, Leonardo Menichini, siamo riusciti a fare quadrato, superando le avversità e centrando l'obiettivo. Non era affatto scontato e questo rende l'importanza del traguardo raggiunto.
LE PROSPETTIVE FUTURE
Come dicevo, la società non sta vivendo un buon momento e questo ovviamente mi dispiace. Non sappiamo ancora quale sarà il destino della Turris, il cui futuro appare ancora incerto. Fatto sta che il mio contratto è in scadenza. Per il momento non ho avuto proposte di rinnovo, ma il mio procuratore, Maurizio De Rosa, è a lavoro per trovare una soluzione. La mia priorità è chiaramente quella di confermarmi tra i professionisti. Sono giovane e sento di poter dare ancora tanto al calcio. Ritengo che nei momenti di difficoltà venga fuori il vero uomo che è in noi. L'infortunio mi ha reso più forte e motivato di sempre. Vedremo ora cosa succederà nelle prossime settimane.
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