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15 Novembre 2017 - 11:19
Il presidente del Napoli: "E ora tutti a casa"
Figurarsi se Aurelio De Laurentiis le mandava a dire dopo il fallimento della Nazionale. Il numero uno del Napoli è da tempo che attacca Tavecchio e da sempre ha detto che serve uno svecchiamento per rendere il calcio italiano all’avanguardia. Il cruccio del patron, naturalmente, è il mancato utilizzo di Insigne. Il Magnifico avrebbe potuto fare la differenza dando così la possibilità al club di don Aurelio di andare fiero del proprio pupillo. Così non è stato e di conseguenza via con le “mazzate”. «È inutile convocare Insigne per poi farlo giocare fuori ruolo o non farlo giocare - ha raccontato a Sky il presidente del Napoli -. In questo modo si crea anche un danno economico alla società. Mi auguro ci sia un cambio netto nel mondo del calcio». Ognuno deve prendersi le sue responsabilità. A partire dal presidente della Federcalcio. Poi devono cadere tutte le altre teste per permettere al pallone nostrano di ripartire. «La Nazionale - ha proseguito - si commenta da sola. Tavecchio è il grande responsabile di questa disfatta, ha mantenuto un bravo allenatore che io avevo esonerato dopo tre mesi in Serie C. Se uno gioca col 4-2-4 non può far giocare Insigne che gioca nel 4-3-3. Utilizzando i vari gioielli fuori ruolo fai un danno, perché a livello internazionale non appaiono come dovrebbero e da vetrina positiva la nazionale si trasforma in vetrina negativa. Se fossi Tavecchio la prima cosa che farei sarebbe quella di dimettermi. Ma dovrebbe dimettersi anche Uva e persino il Coni ha delle responsabilità, perché non si può passare da Conte a Ventura senza batter ciglio. Come nuovo ct - conclude - mi piacerebbe un giovane di 35 anni».
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