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la ripresa
21 Agosto 2024 - 09:38
NAPOLI. Il sentore c’era, ma l’atmosfera serena (per non dire euforica) della lunga estate dei due ritiri sembrava la medicina giusta per abbandonare il clima pesante dello scorso campionato. Eppure Antonio Conte aveva il sentore che qualcosa potesse non andare bene. Le difficoltà sul mercato, lo stallo sulle situazioni dei “fuori rosa” con Osimhen al comando della piccola truppa. L’allenatore aveva provato a mantenere, per quanto possibile, un clima sereno e di fiducia. Fece perfino (almeno così sembra) in modo indiretto abolire il termine “bocciati” dalle cronache per tenere tutti i calciatori con il morale alto e partecipi del progetto, nonostante di fatto la lista dei bocciati c’era eccome.
Tante cessioni, qualche arrivo, ma il Napoli è ancora un cantiere aperto. Conte ha scelto la strada dell’integralismo (almeno per ora) tattico per evitare sul nascere qualsiasi rischio di confusione a stagione da costruire. Un credo tattico ostinato, anche andando palesemente contro le caratteristiche di molti giocatori. Poi la questione dei fuori rosa, con un’altra scelta di polso, che però sta penalizzando il Napoli. Tante cose da sistemare dal punto di vista tattico, con una difesa che (anche grazie agli innesti) nel precampionato sembrava quasi impenetrabile, e invece nella prima uscita ufficiale (Coppa Italia col Modena a parte) si è fatta perforare come burro caldo.
Tante questioni aperte, a cominciare da una squadra indebolita (anche per le tante esclusione e soprattutto il problema Osimhen) e un modulo che forse andrebbe adattato almeno nelle situazioni di difficoltà. Conte è un sergente di ferro. Il tono severo, dimesso, fa parte di lui. Ride e scherza in altri contesti, di certo non quando lavora. Non sparge ottimismo ma è fatto così. La sua strategia è questa. Eppure, questa severità, per ora, ha portato a una pesantissima sconfitta all’esordio, contro una squadra modesta. E quindi tocca subito fare qualcosa.
Ieri alla ripresa, blindatissima, un lungo confronto. Pare che Conte abbia usato toni meno duri, ma comunque chiari. Ha capito che il vero problema del Napoli è nella testa. La paura che si affaccia alla prima difficoltà, la fragilità dopo la prima rete subita. Si va al di là dei limiti tecnici, perché anche l’organico pieno di seconde linee visto al “Bentegodi” poteva portare a casa almeno un punto, o comunque lottare con convinzione. Conte quindi si calato nei panni di psicologo, sperando che un approccio diverso possa subito portare alla vittoria domenica col Bologna.
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