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La legge di Conte nel Napoli capolista

Il tecnico ha inculcato la sua mentalità vincente a tutti i calciatori azzurri. Ora testa all’Atalanta

La legge di Conte nel Napoli capolista

Antonio Conte

NAPOLI. Dieci giornate per far capire subito che cos’è la legge di Conte. Ci ha messo veramente poco il tecnico salentino ad inculcare la mentalità vincente ai suoi calciatori. È lassù in classifica don Antonio e lo è meritatamente. Si gode il panorama della Serie A dopo il pesante e meritato successo in casa del Milan. In quel Meazza che conosce bene ha conquistato l’ottava perla di questo torneo.

Numeri da big e soprattutto da squadra che può ambire allo scudetto. «Non giochiamo a nascondino», ha ammesso l’allenatore partenopeo quando gli è stato chiesto se è ancora convinto di non essere il favorito per il tricolore. Sperava in tutto questo quando scelse di allenare gli azzurri.

Non avrebbe mai pensato di avere 25 punti in classifica e staccare il resto del gruppo ma sapeva bene che il suo lavoro mentale e tecnico avrebbe fatto la differenza. Bisognava sbloccare psicologicamente il gruppo che aveva vinto il titolo due anni fa e far integrare velocemente i nuovi. Si è messo lì ad insistere e oggi ha un esercito che è pronto a morire per il Napoli.

La prestazione col Milan è stata di carattere. Di Lorenzo e compagni sapevano di dover soffrire e lo hanno fatto fino all’ultimo secondo. Sapeva don Antonio che prima o poi Lukaku sarebbe tornato a segnare. E che Kvara, stimolato a dovere, avrebbe finalmente mostrata la sua qualità offensiva. Il resto, poi, l’ha fatto tutta la fase difensiva. Il sacrificio di Politano diventato terzino sulla spinta del Milan è lo spot dello spirito di questi ragazzi.

I NUMERI. Per capire bene come stanno le cose bisogna fare due conti. Conte dopo dieci giornate ha 25 punti. Solo nella stagione 2011-12 aveva fatto meglio alla Juventus arrivando a quota 28. Nell’anno dello scudetto, invece, Spalletti era a 26. Il ritmo è da tricolore c’è poco da fare. La forza arriva dal reparto arretrato. Cinque i gol incassati di cui due solo nelle ultime nove sfide. Ben sette i clean sheet. Oltre al Verona hanno trovato le reti solo il Parma su rigore e il Monza. Ma non sono servite a nulla perché il successo è arrivato lo stesso.

L’altra sera il Milan ha provato a rompere l’incantesimo della porta difesa da Meret ma non c’è riuscito. Morata ad inizio ripresa aveva pure accorciato le distanze ma prima di alzarsi più di tutti in area era in fuorigioco. Dopo, però, i rossoneri hanno avuto molte difficoltà nel calciare in porta. È dovuto entrare Leao per impegnare il portiere friulano. Che è stato bravo a deviare il destro del portoghese sopra la traversa.

ADESSO LA DEA. Conte non è abituato a godersi le vittorie del momento. Ora l’obiettivo è battere anche l’Atalanta. La squadra di Gasperini sarà un’avversaria molto ostica. I nerazzurri stanno correndo grazie agli insegnamenti del proprio allenatore.

Che prima del sì di don Antonio era un candidato alla panchina partenopea. Sarà un match molto impegnativo e dispendioso in uno stadio Maradona che sarà di nuovo sold out. Si giocherà alle 12,30 come ad Empoli. Sarà l’occasione per godersi un mezzogiorno di fuoco naturalmente sperando nella vittoria finale del Napoli. E sarebbe un gran bel dire.

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