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La partita

Nel segno di Big Rom in onore di Pino Daniele e di Diego Maradona

Basta un gol del belga per battere la Roma e tornare da soli in vetta alla classifica

Con pazienza e ritmi bassi, come voleva Conte senza forzare le giocate contro una Roma chiusa a testuggine, il Napoli riesce a battere la squadra giallorossa (prima panchina per Ranieri) con un gol di Lukaku (54’), l’unica buona palla giocata dal belga, centravanti micidiale, non gioca bene, ma segna benissimo, e il Maradona applaude gli azzurri sempre in testa alla classifica, un punto avanti a Inter, Atalanta, Lazio e Fiorentina.

Respinto l’assalto degli inseguitori. Il Napoli di Conte (ottava partita senza prendere gol) regala punti preziosi. Difesa solida, concedendo alla Roma dopo il gol di Lukaku (quinto centro) una sola opportunità, la traversa di Dovbyk (65’). Conte non vuole fuochi d’artificio, ma attenzione costante, sacrificio e fase difensiva a maglie strette.

La partita l’ha risolta sotto porta Lukaku, sempre ai margini del gioco, ma il gol è stato propiziato da una gran giocata di Di Lorenzo, cross basso dopo avere sorpreso la marcatura di Angelino. La Roma si è schierata con un 4-4-1-1 per smorzare le velleità del Napoli. Centrocampisti giallorossi “a uomo”, Koné (magnifico protagonista della vittoria francese sull’Italia) a limitare il dinamismo di McTominay, Cristante su Anguissa e Pellegrini a schermare Lobotka. Raddoppi su Politano e Kvratskhelia. Su Lukaku la morsa di Mancini e N’Dicka.

Ranieri puntava al pareggio (la Roma reduce da 4 punti in sei partite e due sconfitte consecutive con l’esonero di Juric). Il Napoli ha avuto pazienza dopo che Kvratskhelia di testa s’era divorato un gol al primo minuto di gioco. La squadra azzurra ha fatto girare palla senza affannarsi, con lucidità, contro un Roma tutta dietro la linea del pallone e con una linea difensiva a cinque dopo l’ingresso di Hummels nella ripresa, un difensore in più al posto di Pellegrini.

Il match s’è scaldato nel secondo tempo dopo il gol di Lukaku. La Roma ha reagito e Ranieri ha cambiato modulo (3-5- 2), avanzando i difensori esterni Celik e Angelino, cercando più vivacità offensiva con Baldanzi al posto di Shaarawy. Il Napoli ha saputo difendere il vantaggio esiguo abbassandosi molto col difetto di non sapere più ripartire.

Conte ha fatto le sue mosse per tenere su la squadra. Neres al posto di Kvaratskhelia (67’) col georgiano immusonito per la sostituzione. Poi Folorunsho per Anguissa e Mazzocchi per Politano (86’) mentre la pressione finale della Roma diventava allarmante. Giocatori freschi per reggere il castello difensivo. C’era anche Simeone per Lukaku (78’). La Roma, col suo dispositivo di difesa, è riuscita nel suo intento di spegnere l’apporto di McTominay, ha accerchiato Lobotka, ha ridotto il gioco offensivo di Aguissa più abile nelle intercettazioni. Ha retto gli inserimenti di Di Lorenzo e Olivera.

Il Napoli ha assorbito il catenaccio giallorosso senza sfilacciarsi mentre il match restava inchiodato sul doppio zero. E’ un Napoli più maturo che non si sbilancia nelle partite complicate evitando di farsi infilare in contropiede. La vittoria è meritata (nel recupero Neres falliva di poco il raddoppio), il Napoli ha saputo gestire meglio il match, la Roma s’è difesa ed è venuta fuori nel finale alla ricerca del pareggio.

Meret però non ha dovuto compiere un sola parata di rilievo: bocciato il gioco offensivo dei giallorossi inutilmente avanti nell’ultimo quarto d’ora. Anche il Napoli non ha creato granché, ma così funziona, non prendere gol e, magari, se si riesce a farne uno si vince. Le tre squadre dell’alta classifica fanno spettacolo, soprattutto Inter e Atalanta. Sono cicale multicolori. Ma è la formichina azzurra a stare davanti. Una vittoria che è stato un omaggio a Diego nel quarto anniversario della sua scomparsa. Propizio anche l’inedito di Pino Daniele diffuso nello stadio. Again. Ancora. In testa.

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