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Piove sul primato: il Napoli cade con la Lazio e perde la testa

L'analisi della sconfitta degli azzurri contro i biancocelesti al Maradona

Piove sul primato: il Napoli cade con la Lazio e perde la testa

Dopo nove giornate in testa al campionato, il Napoli battuto dalla Lazio al Maradona (0-1) abdica dando via libera all’Atalanta, ora in vantaggio di due punti sugli azzurri che scalano al secondo posto in compagnia della Lazio. Seconda sconfitta casalinga del Napoli, dopo il tonfo proprio con l’Atalanta, ma questo passo falso è più doloroso perché interrompe il predominio azzurro al comando del campionato. Un Napoli al di sotto delle sue capacità, con molti giocatori in ombra, poco brillanti, ha ceduto a una Lazio che è apparsa più tonica, più determinata a prendersi il match con un gara accorta. Sono mancate al Napoli le prestazioni super di McTominay battuto dalla dinamicità di Guendouzi, di Anguissa meno concreto di DeleBashiru, di Lobotka schermato da Dia, di Lukaku poco servito, di Politano, di Kvaratskhlia che si è battuto con molto impegno senza cavare nulla. La partita è stata persa a centrocampo dove la Lazio ha difeso e manovrato meglio. C’è ancora questo problema dell’attacco azzurro, mai incisivo. Un solo, vero tiro in porta: McTominay in apertura della gara. Poi Provedel non ha dovuto compiere interventi di rilievo. La partita si è giocata soprattutto sulla destra del Napoli dove Di Lorenzo, Anguissa e Politano hanno smorzato la temuta pericolosità di Zaccagni e di Nuno Tavares e hanno retto l’offensiva azzurra. Sull’altro lato, Kvaraskhelia ha giocato spesso da solo, poco aiutato. Proprio dal lato più temuto della Lazio è nato il gol che ha deciso la partita (79’): Nuno Tavares fra Lobotka, Anguissa e Di Lorenzo lasciava partire un lungo lancio per Isaksen, sull’altro fronte del campo, e il danese infilava Meret dopo aver vinto il duello con Olivera. Per il Napoli è stata proprio una partita di basso livello. La squadra non ha dato mai l’impressione di potersi prendere il match che è stato lungamente bloccato sul piano tattico, la Lazio più in vena, il Napoli più attendista. Baroni ha vinto la sfida con Conte. Al 70’ rinnovava l’attacco (Noslin per Castellanos, Pedro per Dia) per cercare la vittoria. Poi il tecnico laziale rinforzava gli argini per difendere l’esiguo vantaggio (Lazzari per Isaksen e Gigot per Marusic). Al 61’ era entrato Patric per Romagnoli infortunatosi in un contrasto decisivo su Kvaratskhelia. Il Napoli non ha mai cambiato volto, condannato a una partita grigia. Il primo inserimento di Neres per Politano (76’) non aumentava la pericolosità dell’attacco. Gilmour che sostituiva Lobotka e Raspadori al posto di McTominay (82’) non incidevano alla caccia del pareggio. Nei minuti di recupero, Simeone per Lukaku e Folorunsho per Anguissa. Ma La Lazio (4-5-1) difendeva senza affanno. I titolarissimi non hanno vendicato i rincalzi battuti giovedì in Coppa Italia dalla Lazio. Baroni, per la sfida di campionato, recuperava Dia e Tavares. Non aveva Rovella, squalificato, ma l’assenza non si è fatta sentire. La Lazio ha giocato magnificamente di squadra. Un lampo di McTominay dopo tre minuti (salvataggio in corner di Provedel) e poi i primi venti minuti sono tutti della Lazio (61% di possesso-palla) con una sola occasione pericolosa, la saetta di Isaksen sventata in angolo da Meret (20’). La supremazia laziale, palleggio più veloce, molti giocatori nella metà campo napoletana, non si concretizza per l’attento controllo del Napoli. La squadra azzurra emerge nella seconda parte del primo tempo, il possesso-palla è napoletano, la Lazio subisce. E’ il Napoli che tira in porta, la Lazio raramente si rovescia in avanti. Provedel non ha problemi su una un conclusione acrobatica di Anguissa (33’) e un diagonale di Politano fila fuori (36’). L’occasione migliore della squadra di Conte è nei minuti di recuperi del primo tempo. La punizione di Kvaratskhelia sfiora l’incrocio dei pali. Due ammoniti della Lazio: Dia per fallo su Di Lorenzo (18’), Guendouzi per una entrataccia su Kvarastkhelia (45’). Come nel primo tempo, la Lazio aggrediva subito la ripresa (51’ traversa di Dia con una legnata dal limite). Si è avuto la sensazione che la squadra romana avrebbe prevalso. C’era la reazione del Napoli, ma blanda e condizionata da una manovra lenta e da molti errori tecnici. Il gol di Isaksen, il più pericoloso dei laziali, anche se impegnato nel raddoppio su Kvaratskhelia, decideva il match che la Lazio ha meritato di prendersi contro un Napoli che non ha mai dato l’impressione di sfondare.

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