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15 Dicembre 2024 - 10:32
A Udine, dove il Napoli mise a segno la partita del terzo scudetto, la squadra azzurra risorge dalle sconfitte con la Lazio, stradomina e vince in rimonta (3-1), annichilendo un’Udinese stremata nel secondo tempo dalla continua pressione offensiva degli azzurri.
L’Atalanta (1-0 a Cagliari) scappa, ma il Napoli le è sempre addosso, secondo senza rivali, due lunghezze dietro. Partita di alto livello, magistralmente diretta da Conte a bordo campo, continuo possesso del pallone, manovra palla a terra che ha mandato in folle la fisicità dei friulani, sesto gol di Lukaku, il centravanti dormiente che quando viene servito in profondità non perdona.
L’Udinese, che non ha mai giocato per vincere, in vantaggio nel primo tempo (22’ tap-in di Thauvin dopo il tiro del rigore respinto da Meret), ha ceduto nella ripresa quando la pressione degli azzurri ha raggiunto vertici altissimi. Meret non ha dovuto compiere un solo intervento di rilievo (41’ parata facile su Ekkelenkamp). Sava ha sventato più di una conclusione, 17 i tiri del Napoli, quattro nello specchio della porta, decisive le parate su Neres e Anguissa nel primo tempo prima di cedere.
Lobotka, regista a tutto campo, attento davanti alla difesa, dilagante in sostegno agli attacchi, ha giocato una quantità incredibile di palloni, protagonista assoluto. Anguissa è migliorato nella ripresa sino a siglare la terza rete. McTominay è stato piuttosto scolastico, però ha sganciato il pallone in profondità per il gol di Lukaku (50’) che valeva la rimonta azzurra annullando il vantaggio friulano.
Non c’era Kvaratskhelia (infortunato, contratto appena rinnovato) e Neres sulla stessa fascia ha continuamente smantellato il lato destro della difesa friulana sino a travolgerla nell’azione del secondo gol con Giannetti che deviava nella propria porta (78’) il tiro conclusivo del brasiliano. I difensori azzurri non hanno avuto problemi, il gigantesco Lucca (1,98), isolato, non ha giocato un solo pallone contro Meret. Di Lorenzo in tandem con Politano ha sostenuto senza soluzione di continuità la pressione a destra. Sull’altro lato, Olivera ha giocato una partita in costante fase offensiva.
C’è stato solo il Napoli in campo rimediando magnificamente allo svantaggio del primo tempo (braccio di Lobotka in area sul tiro di Zemura). Il Napoli ha dominato per tutta la gara. Quando, nella ripresa, Anguissa entrava meglio in partita, il dominio azzurro si faceva più concreto.
L’Udinese ha opposto un pressing notevole nel primo tempo, con qualche sortita offensiva di Ekkelenkamp e alcune buone giocate di Thauvin, ma pagava nella ripresa lo sforzo dei primi 45 minuti mentre gli assalti del Napoli non avevano mai fine, mettendo alle corde la formazione friulana. Ehizibue, stremato dal controllo su Neres, abbandonava dopo 70 minuti. In trasferta il Napoli vola dopo la sconfitta iniziale a Verona (5 vittorie, 2 pareggi). Il successo di Udine cancella il malumore di Conte alla vigilia della partita e i timori di un calo degli azzurri.
La squadra è in salute e Conte è un condottiero che ama solo vincere, mentalità che ha trasmesso alla squadra. Il Napoli ha asfissiato l’Udinese in ogni zona del campo. Conte ha giocato ancora col 4-3-3. La squadra è stata irresistibile sulle fasce, molto martellante a destra, irresistibile a sinistra con i continui scatti di Neres e gli inserimenti di Olivera. Nel giro dei cambi, si è fatto valere Simeone (79’ per Lukaku) lanciando Anguissa per il terzo gol col camerunese strapotente nella morsa di molti avversari e vincente sull’ultima pressione di Bijol (81’).
Nel finale, Ngonge sostituiva Politano e Raspadori entrava al posto di Neres (85’). Poi Gilmour per Lobotka (89’). Sabato seconda trasferta consecutiva col Genoa, ma è tornato nel Napoli il clima della squadra sicura dei suoi mezzi. A Udine la manovra offensiva è stata massiccia. Il Napoli non ha abdicato al ruolo di protagonista fra le squadre di testa. È lassù, deciso a battersi sino alla fine.
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