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06 Maggio 2025 - 08:50
NAPOLI. A “difesa” dello scudetto. È il reparto arretrato il vero segreto di Antonio Conte in questa corsa verso il tricolore. Anche se il suo Napoli ha segnato molto meno (55 gol) dell’Inter che insegue (73 gol), a fare la differenza sono state le reti incassate. Ha il dominio assoluto la retroguardia partenopea in Europa. Solo 25 le reti incassate. Nessuno ha fatto meglio. Sta davanti a tutti l’allenatore salentino.
Ma ciò che conferma il rendimento costante di un gruppo che vuole arrivare prima di tutti sono i clean sheet. Ben 17 in 35 partite. Praticamente poco meno della metà del campionato nessuno è riuscito a perforare la porta azzurra. Non sempre c’è stato Meret tra i pali. Anche Caprile ha contribuito a questo record. Un rendimento assoluto e fondamentale per la gioia di un tecnico che questo principio lo aveva impostato da subito a Castel Volturno.
Proprio non ce la faceva a pensare ai 48 gol subiti nello scorso torneo. Eppure aveva cominciato l’anno calcistico perdendo 3-0 in casa del Verona. Poi un po’ alla volta ha aggiustato le cose e ha confermato quello che è stato sempre il suo cavallo di battaglia. Quando ha vinto il titolo si è portato a casa sempre anche il trofeo della migliore difesa.
LA COSTANTE. Dopo il periodo nero di febbraio, dove sistematicamente si veniva puniti, soprattutto nei finali di gara, il Napoli ha ritrovato una certa solidità in zona arretrata. Dopo il ciclo dei confronti diretti (l’ultimo col Bologna 1-1), l’imbattibilità è diventata stabile. Infatti, negli ultimi quattro incontri, Meret non ha mai dovuto togliere il pallone dalla rete. Gli attaccanti di Empoli, Monza, Torino e Lecce sono rimasti a secco.
Non c’è stato verso di superare il portiere friulano. Il merito è di tutta la fase difensiva. Cominciando dagli attaccanti passando per il centrocampisti fino ad arrivare ai difensori. E va detto che Buongiorno si è infortunato così come Juan Jesus. Di Lorenzo è rimasto fermo un turno per squalifica. Anche con Rafa Marin e Olivera centrali il risultato non è cambiato.
Segno che il lavoro di Conte è continuo e molto impegnativo. Si dedica moltissimo a questa fase durante gli allenamenti a Castel Volturno. Si studia anche a video-tape cercando di carpire le caratteristiche degli avversari di turno. I movimenti devono essere perfetti e soprattutto davanti alla linea dell’area di rigore serve la compatezza dei centrocampisti.
Contro il Lecce, per esempio, anche si è sofferto nella ripresa, non ci sono mai stati pericoli costanti. Un solo tiro nello specchio della porta che Meret, nonostante la deviazione di Lobotka, è riuscito ad alzare sopra la traversa. Inutile dire che anche nelle ultime sfide con Genoa, Parma e Cagliari, Conte vuole rimanere “illibato”. Il suo scopo rispetto ai danni del torneo scorso l’ha raggiunto.
Ma adesso si sta giocando lo scudetto e sa bene che se riuscirà a non subire gol uno i suoi uomini in attacco lo faranno. E si vinceranno le partite. Ormai mancano sette punti per la matematica festa tricolore. Quale migliore occasione per dare seguito al cammino blindato di una squadra che sta raggiungendo un obiettivo inizialmente impensabile.
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