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cuori azzurri
15 Maggio 2025 - 14:54
A Napoli quando la tensione sale, c’è chi si affida al corno, chi alla sciarpa, e chi, come Umberto Lanza, prende carta e penna e scrive una preghiera. Non al cielo, ma a chi guida il Napoli in panchina: Antonio Conte. Due partite alla fine, un punto sull’Inter, e lo scudetto che sembra lì, ma non si può nominare.
Così, su un foglio a righe, è comparsa una supplica calcistica che ora circola tra i gruppi WhatsApp dei tifosi ed è diventata virale, rilanciata con rispetto e scaramanzia. L’ha scritta lui, Umberto, 63 anni, rappresentante di tessuti, tifoso storico con l’anima azzurra da cinquant’anni.
“O Antonio nostro, condottiero fiero, che guidi gli azzurri con cuore sincero. Con due partite al traguardo finale, donaci forza, rendici immortale".
«Non dormivo» racconta. «E allora ho fatto quello che mi riesce meglio: ho scritto. A Conte». A Napoli il confine tra fede e tifo non è mai stato netto.
“Dall’alto del Vesuvio ascolta il coro, Napoli t’invoca con amore e decoro. Con la tua grinta e la tua saggezza, portaci al sogno, alla grande bellezza".
Lanza ha visto tutto: da Bruscolotti a Maradona, da Vinicio a Spalletti. «Ma questo Conte qui ci mette gli occhi, la voce, i muscoli. Uno così se lo prega pure chi non ci crede».
“Con lo sguardo fiero e lo spirito acceso, alza la voce, resta deciso. Fa’ che il destino non sfugga dal piede, che il grido azzurro si levi e si veda”.
Napoli aspetta. Ma non sta ferma. Canta, spera, scrive. E anche questa volta, trasforma la tensione in racconto popolare. La poesia di Umberto è già diventata una piccola liturgia azzurra, da sussurrare più che da declamare. Perché lo sanno tutti: se lo nomini troppo, lo scudetto scappa.
“E se servirà, anche l’ultimo minuto, fallo pesare, rendilo muto. Perché chi crede non molla, resiste. E alla fine, Antonio, ci porti alla conquista”.
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