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Aurelio il re Mida dei tecnici, li rivaluta e poi se ne vanno

Meriterebbe una statua all’ingresso dell’Assoallenatori. O anche una targa di ringraziamenti

Aurelio il re Mida dei tecnici, li rivaluta e poi se ne vanno

Antonio Conte e Aurelio De Laurentiis

Meriterebbe una statua all’ingresso dell’Assoallenatori Aurelio De Laurentiis. O anche una targa di ringraziamenti. Il presidente del Napoli, infatti, è un po’ il re Mida di chi siede in panchina. Quando un tecnico fuori dai giochi viene ingaggiato da lui riesce sempre a rivalutarsi nel migliore dei modi. Peccato che poi va via.

Sicuramente il patron non è uno dal carattere facile. Ha un modo tutto suo di vedere il calcio. Ma di certo mette tutti in condizione di fare bene. L’ultimo è stato Conte. Ma potremmo dire la stessa cosa di Spalletti. Senza dimenticare Sarri che da umile mister dell’Empoli si è ritrovato a mostrare le sue qualità in un grande club per andare poi a guadagnare tanti soldi al Chelsea e alla Juventus.

Anche Benitez aveva bisogno di un po’ di pubblicità prima di accasarsi al Real Madrid. Napoli fu un trampolino di lancio. Per Ancelotti la situazione fu diversa ma entrarono in giochi diversi fattori. Ci fu l’ammutinamento e Aurelio fu costretto ad esonerarlo perché i risultati non arrivavano. Gattuso sfiorò la qualificazione Champions per un punto. Ringhio provò in tutti i modi a rimettersi in corsa dopo l’esperienza al Milan.

Sembrava dover restare ma poi venne lasciato libero. Al suo posto, come si sa, arrivò Spalletti. Lucianone era nella sua tenuta a governare gli animali. Era rimasto fermo dopo l’esperienza all’Inter. Nell’estate del 2021 Adl lo mise di nuovo in corsa e lui riuscì a vincere il 4 maggio del 2023 lo scudetto dopo 33 anni dall’ultimo firmato Maradona. Neanche il tempo di pareggiare con l’Udinese che già stava pensando di andare via.

Voleva la Juventus ma poi si è “accontentato” della Nazionale. La storia si sta ripetendo con Conte. Tonino da Lecce si stava aggiornando lontano dal calcio giocato. Non era la prima scelta dei grandi club. Sognava la Signora ma Giuntoli aveva altre ambizioni. Pure il Milan ci aveva fatto un pensierino ma nulla più. Ed ecco che spuntò don Aurelio sulla scena.

«Vieni da noi», disse al leccese. Che guardandosi intorno e vedendo che non c’erano alternative importanti rispose di sì. È stato straordinario nell’annata appena conclusa. Ha vinto contro ogni pronostico e con un gruppo inferiore alle altre big. Ma anche lui sta salutando per andare altrove. Sperando che ringrazi Adl. Che ora vuole rivalutare Allegri...

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