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L'intervista
31 Maggio 2025 - 09:02
Dario Marcolin
NAPOLI. Fu uno dei primi a rivelare che Antonio Conte sarebbe diventato l’allenatore del Napoli. In tempi non sospetti Dario Marcolin disse che il tecnico salentino sarebbe stato l’uomo giusto per far rinascere la squadra azzurra dopo i disastri del post Spalletti. Naturalmente la sua fonte fu il diretto interessato che incontrò ad un evento calcistico.
Parlarono a lungo del club partenopeo, anche in virtù del fatto che l’ex Lazio aveva avuto una esperienza da capitano in passato in riva al Golfo. E Conte spiegò che non sarebbe rimasto legato al suo vecchio modulo. Ed, infatti, fino a quando ha avuto i giocatori a disposizione ha puntato molto sul 4-3-3. C’era il rischio che il salentino andasse via dopo la conquista dello scudetto. Sembrava fatto l’addio ed, invece, è cambiata la storia.
Allora Marcolin secondo lei cosa è successo dopo la festa del tricolore?
«Tre secondo me sono state le componenti principali. Lo spettacolo del Lungomare è stato fondamentale. Mai Antonio Conte ha visto una cosa del genere ma forse non c’è stata. I progetti di De Laurentiis l’hanno colpito. Il presidente gli ha fatto capire di stare tranquillo perché i rinforzi ci saranno. Parlare di De Bruyne non è da tutti. Infine la volontà della moglie Elisabetta ha fatto la differenza. Ha vissuto un grande anno in città e ha influito molto nella scelta di Antonio. Sarebbe stato folle se avesse cambiato tutto quello che ha creato. Sappiamo cosa vuol dire vivere in quell’entusiasmo. C’è una pagina bianca e sta scrivendo la storia».
Intanto Conte ha confermato che è l’uomo giusto per far rinascere le squadre a pezzi...
«Non è mai arrivato terzo nel campionato italiano. A Napoli addirittura ha vinto alla prima occasione. Quando c’è lui ti rimette le cose a posto. Il Milan oggi per esempio avrebbe bisogno di un profilo come quello dell’allenatore salentino. Un anno fa ci voleva una guida considerato ciò che era successo prima. Se oggi faccio l’allenatore ed entro in uno spogliatoio dopo 40 secondi il gruppo sa come sono fatto. E Antonio si fa rispettare».
Bisogna elogiare De Laurentiis che ha fatto parlare tutti e poi ha calato le carte giuste per trattenere il tecnico campione d’Italia...
«Il calcio italiano è la terza forza della nazione. A Napoli è la prima perché il presidente ha creato un sistema importante. Con la sua testa ha portato i successi. Ha una strategia unica nella scelta degli uomini. Visto ciò che è successo bisogna dargli dei meriti».
Cosa significa evenutalmente avere De Bruyne nel Napoli?
«Sarebbe un leader mentale oltre che tecnico. È uno che parla con la testa giusta, si prende le responsabilità. Poi negli ultimi trenta metri fa la differenza. È quello che devi seguire, è quello che è abituato a vincere. La stessa situazione è quando Mancini è sbarcato alla Lazio da noi. Ha cambiato il pensiero dentro lo spogliatoio. Questi tipi di calciatori ti danno sicurezza. Non esiste un modulo vincente altrimenti lo farebbero tutti. Bisognerà provare a fare coesistere i centrocampisti con De Bruyne».
Il resto del mercato vede obiettivi come David, Gyorkes, Frattesi, Zhegrova, Lookman ect ect...
«Bisogna fare la coppia nei ruoli viste le tante competizioni che si giocheranno. Significa che se esce uno da nove deve entrare uno da otto altrimenti non arrivi lontano. Se hai Lookman e dietro Neres va benissimo. Se hai Lukaku potresti prendere Castellanos dalla Lazio. Kean? Ha la camicia di forza, ti spacca tutto e vorrebbe essere titolare».
Conte, dopo il sì, ha detto di voler difendere lo scudetto appena conquistato. Che significa?
«Se hai vinto in quel modo e migliori allora ci può stare che punti di nuovo al titolo. L’allenatore sa come si vince e poi col gruppo più forte puoi puntare a tutto. Oggi la differenza la può fare la panchina visto che nel campionato appena finito non ci sono state troppe alternative. Non sarà il modulo a vincere ma la capacità dei giocatori».
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