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Dopo il dietrofront

Conte resta, la “rivolta” degli juventini

I tifosi bianconeri si sentono “traditi” dal tecnico azzurro: pioggia di proteste e attacchi via social

Conte resta, la “rivolta” degli juventini

Aurelio De Laurentiis e Antonio Conte

NAPOLI. Nessuno se lo aspettava. La conferma di Conte a Napoli ha dato ragione solo agli inguaribili ottimisti e a chi aveva speranza. Ma dal mondo Juve a quello Napoli la sorpresa è stata enorme. E mentre i napoletani esultano, i tifosi della Juventus si sono infuriati. Un affronto il “sì” di Conte al Napoli, che potrebbe essere letto anche come un “no” alla sua ex squadra, che a quanto pare lo ha corteggiato. E i tifosi della Signora se la sono presa a male. “Non dire mai più che sei juventino”. “Traditore”. “Sputi sulla tua storia”. Non è una raffica di commenti sotto un post, è un’ondata: un fiume che invade video, meme, reel e reaction.

La decisione di Antonio Conte di restare a Napoli all’indomani dello scudetto, quando c’era già chi ventilava un suo ritorno alla Juventus, ha provocato un terremoto emotivo tra i tifosi bianconeri. Basta cercare “Conte e Napoli” su TikTok per entrare in un vortice di sfoghi. Ci sono quelli che lo avevano idolatrato, “Il nostro capitano, il nostro condottiero”, e che oggi pubblicano video dove strappano foto e figurine.

Alcuni riciclano l’audio di film cult, associandolo a Conte che “volta le spalle” alla sua vecchia casa. Altri ancora, con l’amarezza di chi si e’ sentito tradito, dicono: “Non ti azzardare a rimettere piede allo Stadium. Per noi non esisti più”. Conte, lo ricordano in tanti, era più di un allenatore per la Juve. Era il simbolo della rinascita dopo Calciopoli, l’uomo dei tre scudetti consecutivi, quello del “vincere è l’unica cosa che conta”.

Prima ancora, il capitano silenzioso, l’uomo del centrocampo degli anni Novanta, quello di Lippi e Del Piero. È per questo che la sua permanenza a Napoli - con scudetto conquistato e rilancio annunciato - è vissuta come uno strappo insanabile. “Peggio di Higuaìn - scrivono in molti - perché Higuaìn almeno non aveva tatuato lo stemma sul cuore”.

Intanto, a Napoli, è tutto un altro film. Conte viene celebrato come Don Antonio, simbolo del nuovo ciclo vincente. I tifosi lo portano in spalla (virtualmente e non), lo difendono, lo onorano. C’e’ gia’ chi ha inciso la sua faccia accanto a quella di Maradona. E se a Torino si parla di “oblio”, sul golfo si grida “immortalità”.

In mezzo, il silenzio. Conte non replica, non spiega. Ma il messaggio è arrivato forte: ha scelto il campo, ha scelto Napoli. Ha scelto di restare dove ha vinto, per vincere ancora. Un utente scrive, con lucidità tagliente: “Il problema non è che è andato a Napoli. Il problema è che ha deciso che non ha più bisogno della Juve”.

Solo chi non ragione con lucidità può negare che Conte aveva ormai deciso di lasciare il Napoli. Poi la riflessione dopo l’incontro con De Laurentiis e la festa scudetto. Nemmeno il “sangue juventino” di Conte ha potuto portarlo a dire addio dopo una stagione trionfale e un progetto solido e serio. Ma forse, dall’altro lato, ad aspettarlo non c’era più la Juventus di una volta, ma una società alla ricerca di una sua identità. Troppo poco per indurre a dire addio a Napoli nel momento migliore.

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