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la confessione del presidente

«Non venderò mai il Napoli»

De Laurentiis conferma: mi offrirono 900 milioni

Conte e De Laurentiis a difesa dello scudetto

Aurelio De Laurentiis e Antonio Conte

NAPOLI. Voleva parlare solo dei ritiri di Dimaro Folgarida e Castel di Sangro del Napoli campione d’Italia. «Niente domande sul mercato, sui chi prendiamo, altrimenti mi arrabbio», ha detto Aurelio De Laurentiis. Ma poi alla fine il patron si è lasciato andare lo stesso elogiando il lavoro di Conte, confermando l’acquisto di De Bruyne, promettendo un mercato di livello ma non subito e promettendo di non voler vendere mai il Napoli.

Allora come sono andate le cose quest’anno?

«Benissimo, di lusso. Conte è stato bravo a far fronte a tutti gli incidenti che possono capitare e quest’anno sono stati numerosi. Conte è stato sempre all’altezza della situazione riuscendo a risolvere ogni problema che forse noi pensavamo fosse difficile da risolvere. Quindi merito a Conte se siamo arrivati fino in fondo e se abbiamo vinto uno scudetto che qualcuno diceva “ma, però, quest’anno i club sono deboli...” falso, falsissimo! Quest’anno è stato un campionato della Madonna per tutto il rispetto della Madonna. Tutte le squadre si sono attrezzate, Bologna e Lazio erano molto forti, la Roma con Ranieri ha vinto il suo scudetto. La classifica non vuol dire nulla, è vero a volte si è vinto con 102 punti, noi siamo arrivati una volta a 91, ma io altrove non è che abbia visto tutti questi punteggi. Non ci dimentichiamo una cosa fondamentale».

Cosa?

«Le istituzioni calcistiche non si sono rese conto che il calcio è in crisi. Se la Gran Bretagna, il campionato più ricco, perde 750 milioni di sterline ogni anno, vuol dire che c'è qualcosa che non va. Se Dazn abbandona per strada la Francia...se si vince con 20 punti di vantaggio sulla seconda, vuol dire che c’è qualcosa che non funziona. Dico da troppo tempo che gli stati generali del calcio andrebbero aperti non per far piacere alle istituzioni, ma solo per chiarire a noi stessi che non stiamo lì a fare il teatrino per gli altri».

Dopo due scudetti in tre anni, la Champions può essere un obiettivo? E quanti acquisti servono?

«I pronostici non si fanno, portano iella. Noi e la Juve siamo stati quelli che negli ultimi hanno raggiunto i massimi livelli con una certa costanza. Lei sa che la squadra del nord non ha giocato sempre in maniera chiara. Io vi assicuro che il Napoli ha sempre giocato in maniera chiara. Il mio è un modus vivendi».

Potrà Conte avere a disposizione da subito la squadra titolare nei due ritiri?

«Io vorrei avere subito i giocatori a disposizione, però ci sono due problemi. Se tu vuoi spendere un 30% di più puoi anche definirli domani mattina. Se invece tratti sapendo che ci sono altri club, chi cede fa i suoi interessi aspettando le preferenze dei giocatori. Ma non dimenticatevi che quest'anno ci sono 32 squadre che fanno il Mondiale per Club. Magari i nostri occhi si poseranno su qualche calciatore in questo torneo che dovrà comunque prima riposarsi altrimenti rischia infortuni. Tutti gli altri desideri li possiamo esprimere ma non sempre li possiamo realizzare».

Dove può arrivare questo Napoli?

«Io vengo preso per un visionario, però ho sempre visto quello che sarebbe accaduto. Proprio oggi dicevo, ma noi siamo come dei pugili suonati che continuiamo a salire sul ring senza renderci conto che stiamo morendo. Quando il calcio più importante del mondo perde 750 milioni di sterline ma si fa il Mondiale per Club, una Champions con più partite, non si diminuiscono le squadre di calcio e si va avanti...perché le istituzioni devono sopravvivere lasciando morti e feriti per strada».

Cosa si deve fare per cambiare?

«Bisogna avere le procure dei giocatori con dei limiti. I contratti devono essere portati a 8 anni in Italia. So che il Ministro dello Sport ha pronto un DL affinché questo avvenga. Poi abbiamo il grosso problema degli stadi».

Eppure il Maradona è sempre stato sold out...

«Sì è sempre stato pieno anche grazie a Tommaso Bianchini che ha svolto un compito molto importante di attenzionalità verso il mondo tifosi offrendogli opportunità che precedentemente non c’erano. Abbiamo avuto il record dei record. Ma quante persone hanno potuto vedere bene la partita?».

Servirebbe meno burocrazia...

«Il fatto stesso che lo stadio venga dato al Napoli il giorno dell'evento per darlo subito e io devo montare e smontare tutto ciò che c'è intorno per la pubblicità con un costo di centinaia di migliaia di euro all'anno in più è ridicolo. Il Psg nello stadio di Parigi gioca ma ce l'ha totalmente per 365 giorni all'anno contro un milione di affitto e ne ricava 125 milioni...c'è differenza, no? Voi parlate sempre di strutture e giovanili ma noi in questi anni, oltre a essere persone perbene e vincenti e con conti a posto, abbiamo anhe tirato fuori giocatori dai nostri vivai. Poi è chiaro che se uno viene fuori da un vivaio non è detto che dia a nessun allenatore al mondo quella certezza e sicurezza di essere impegnato sempre fin dal primo minuto nelle squadre importanti. Allora viene dato in prestito per farlo crescere e molto spesso cresce, altre volte cresce meno. Voglio dire, il problema è più complesso di quello che uno possa pensare».

Ma la crisi del calcio è ovunque...

«In Italia non siamo come in Inghilterra ma anche lì sono in sofferenza. Il sistema calcio è malato. Visto negli Usa con il basket super miliardario? Loro si sono scocciati delle istituzioni locali e si sono fermati per sei mesi fino a massimizzare i club. Forse sarebbe il caso di farlo anche noi. Poi noi investiamo centinaia di milioni, quest'anno se ne andranno via 300 milioni tra cartellini e stipendi, poi viene una squadra dalla B che vuole i prestiti e chiedono il 50% dello stipendio da pagare, allora che siete venuti a fare? Resettiamo tutto e valorizziamo chi ha le credenziali per competere in Serie A. Senza audience e senza un certo tipo di fatturato come puoi essere competitivo contro le big?».

Il Napoli è l’unica delle big che si prepara per un mese intero...

«Ci saranno 2 amichevoli a Dimaro e 3 a Castel di Sangro. Mi sono sempre state proposte trasferte a cui mi sono opposto. Una volta siamo andati con Ancelotti negli Usa e mi sono pentito. Qualche votla siamo andati a giocare in Irlanda, in Inghilterra, in Germania. Poi abbiamo scelto squadre europee pagando loro la trasferta. Sono venute squadre spagnole, francesi, turche, tedesche. Sarà così anche quest'anno. Anche quest'anno mi hanno offerto di andare in Australia ricoprendomi di milioni ma non volevamo sbagliare l'inizio della stagione con lunghi viaggi. Il bello di Castel di Sangro è che vengono gli altri. Noi facciamo la partita e poi il giorno dopo continuiamo ad allenarci e poi riposarci».

Il suo club è aumentato di valore. Adesso vale intorno al miliardo e duecento milioni...

«Non mi sono mai preoccupato delle valorizzazioni, fino a quando sarò in vita sarò qui, poi dopo i miei figli decideranno che fare. Nel 2018 mi è arrivata offerta di 900 milioni di dollari. Se mi offrono 2 miliardi e mezzo io non vendo. Il calcio Napoli si identifica con la napoletanità, con un’idea che vogliamo portare avanti».

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