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09 Giugno 2025 - 09:01
In tempi di par condicio dobbiamo pure lasciar perdere Mameli, che infatti sentirà suonare l’inno che ci inorgoglisce a urne chiuse. Fratelli d’Italia è diventato ieri Parenti Serpenti. Con il concreto terrore di veder fallire la terza missione Mondiali, il panico si è impossessato di quello che viene chiamato il Club Italia. Che, chissà se cambierà qualcosa, un Ct esonerato vada in panchina stasera fa già capire che nulla di calcio serio appartiene a questa vicenda. Dopo che un “vecchietto” come Acerbi rifiuta la Nazionale e Buffon gliele canta a giusta ragione, neanche un appiglio al regolamento che prevede una squalifica in casi simili.
Di fatto, Spalletti è stato esonerato da Acerbi con la involontaria complicità di Gravina che pure ha principi del foro nel suo organigramma al vertice di un autentico gruppo ristretto di potere. Personalmente, avendo seguito per anni tra mondiali di calcio e frequentazioni in Fifa e Uefa, rimasi sbalordito quando vidi un dirigente non con l’aplomb di Carlo De Gaudio, forbito chaperon, andare a prendere sul divanetto Infantino e Ceferin, i presidenti di Fifa e Uefa, ospiti nel bunker dell’hotel a stelle 5+1 della capitale per andare da Gravina al comando dei lavori che lo hanno portato alla rielezione col 99% dei consensi. Da Capello a Donadoni all’uomo della strada la vicenda Acerbi non è andata giù ed è stata di netto la più evidente fase nera nell’abisso dell’Italia. Ricordiamo che per le norme interne Noif all’art. 76 n.2 è prevista la squalifica per chi non risponde alla convocazione senza un valido motivo. Non è prevista una sanzione minima.
In realtà va contestata la violazione del principio di lealtà e correttezza. Quindi dipende anche dalla motivazione fornita e dalla convocazione (gara amichevole o ufficiale). Ma Acerbi è calciatore dell'Inter e osservatori notano che Marotta è stato sempre al fianco di Gravina nella battaglia per il vertice Figc. Nel 2013 Berardi del Sassuolo rifiutò la convocazione senza validi motivi e il Sassuolo ebbe un’ammenda e Il calciatore fu squalificato per un turno da scontare in campionato. Forse in certi momenti delicati servirebbe anche darsi pizzichi sulla pancia e affidare ruoli e mansioni a dirigenti con la pellaccia ruvida dentro, liscia fuori come Antonio Matarrese che ben conosce le dinamiche dei Palazzi del Potere nel pallone e non solo. Meglio un ambasciatore del suo livello che l’oscuro plenipotenziario inventato che nulla porta se non magari antipatie.
Una federazione forte mai avrebbe solo visto la sua nazionale pareggiare 0 a 0 con la Svezia e uscire dal Mondiale. Non è il caso di parlare di partite da addomesticare ma di atteggiamenti da saper suggerire. A Gravina gliel’hanno giurata e hanno provato a rovinarlo personalmente e lui ha saputo difendersi ma pur essendo un collaudato dirigente federale, per una vita capo delegazione poi con ruoli apicali fino al trono in via Allegri, ha ristretto la corte anziché infondere un clima da tutti per uno e negli ultimi mesi si racconta di epurazioni, demansionamenti, rivoluzioni. Spalletti deve aver capito mesi fra che la struttrura lo aveva abbandonato ed egli stesso mal digeriva chi per ruolo gli stava al fianco ogni giorno in versione club Italia. Ed ecco sortite come il pranzo a Certaldo con invito a riservatissimo gruppo di giornalisti con tanto di signorile cadeu da gentiluomo di campagna.
Operazione concordata con la Figc tanto è vero che Gigi Buffon nelle vesti di sommelier ha messo in campo il suo carisma e la sua intelligenza mentre il Ct mostrava gli animali fedeli amici e la collezione di martelli, più che un vezzo una maniera per esaltare chi fa del lavoro il suo credo probabilmente. Poi l’uscita della sua biografia in cui di certo qualche sassata tipo il sultano de laurentiis se detto dal ct della nazionale qualche imbarazzo comunque lo provoca. Chissà se questa biografia sia stata autorizzata dalla Figc ma poco importa considerando che i risultati dall’agosto 2023 ad oggi hanno sancito la fallimentare esperienza da Ct.
Ma non sarebbe giusto non ricordare che i calendari oggi costringono un ct a disporre di alcuni calciatori, non sempre tutti e non sempre i migliori, a pochi giorni da appuntamenti importanti com’è stato contro la Norvegia numero 48 nel ranking mondiale che è parso il Brasile del ’70. Se pensiamo che l’eventuale spareggio come seconda vedrebbe l’Italia affrontare una tra le prime 50 c’è poco e ridai da stare Allegri su questa via. Gravina ha agito come un presidente di club: scarsi risultati, via l’allenatore e caccia al medico di famiglia.
Ma contro la Moldavia offrire un momento così no, non va: si prendeva un tecnico nelle giovanili azzurre, quelle che tanto bene fanno e vincono spesso, o lo stesso Viscidi coordinatore tecnico Figc e lo si mandava in panchina. Ora siamo stretti tra Fratelli d’Italia e Forza Italia. La politica non c’entra ma la disperata impresa va sostenuta non lapidata. Andiamo ragazzi col tricolore sul petto che entri nel cuore. L’inno di Mameli non è una filastrocca da ritmare ma un sentimento da onorare.
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