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Calcio
23 Settembre 2025 - 07:30
Il Napoli a punteggio pieno, due punti avanti alla Juve, tre su Milan e Roma, sei sull’Inter, venendo fuori da una complicatissima partita col Pisa al Maradona (3-2). Un Napoli lento, impreciso, con la fatica di Manchester nelle gambe e l’organizzazione difensiva del Pisa (5-3-2), squadra molto fisica, hanno reso difficoltoso il match degli azzurri.
Ad eccezione dell’inesauribile Politano, tutti gli altri sottotono. De Bruyne senza brillare, McTominay ingabbiato dai difensori pisani, Hojlund sotto le grinfie di Caracciolo. Gilmour, regista appannato. Vincere è stata una faticaccia. Il Napoli ha vinto con tre tiri inventati da Gilmour, Spinazzola e Lucca.
Il Pisa era sempre sulle linee di passaggio degli azzurri, più reattivo, più pronto sulle seconde palle, imbattibile in area sui cross (Canestrelli 1,92 che ha cancellato McTominay dal match, il brasiliano Lusuardi 1,90, il portiere Semper 1,92). Il Pisa non ha mai raddoppiato sulle fasce per avere più intensità in area. Ma non ha solo difeso.
Con una bella disinvoltura si è spinto in avanti con Nzola e Moreo, due punte fisiche che hanno impegnato Beukema e Buongiorno. Il Napoli è stato leggero a centrocampo dove sino all’ora di gioco sono mancati Lobotka (in campo Gilmour) e Anguissa (dentro Elmas, impalpabile).
C’era Meret in porta dopo due gare: paratissima su Leris, sbucatogli a un metro, quando il Napoli conduceva 1-0. Gli ingressi di Lobotka e Anguissa (58’) hanno dato più sostanza al centrocampo azzurro. Ma di fronte c’era sempre un Pisa indomito e audace. Sull’1-1 Gilardino ha rinforzato l’attacco con Cuadrado (37 anni), Meister (1,93), Tramoni, Lorran finendo in avanti col Napoli tutto in difesa a proteggere il minimo vantaggio.
S’è vista subito la serata del Napoli in difficoltà. Contro la muraglia pisana non c’era verso di arrivare al tiro. La manovra del Napoli troppo lenta favoriva il piazzamento difensivo del Pisa. E i toscani replicavano venendo avanti in scioltezza. La difesa lanciava lungo per le due punte sorvolando il centrocampo azzurro. Il match cominciava con un brivido. Var in azione per un pestone di De Bruyne a Leris sulla riga laterale dell’area.
Rigore sventato da un precedente fallo di mano in caduta di Leris, decisamente involontario. Il pericolo scampato non scuoteva gli azzurri che si dedicavano a un tran-tran senza mordente. Più aggressivo il Pisa, lesto a recuperare palla. Il vantaggio azzurro (39’) veniva da un tiro di Gilmour in area evitando un avversario dopo un cross di Spinazzola. Proprio Politano e Spinazzola spingevano l’attacco però bloccato al centro dell’area pisana.
Quando, nella ripresa, il Pisa ha pareggiato (60’ rigore di Nzola, braccio largo di Beukema) si è temuto il peggio perché il Napoli non dava l’impressione di risalire la corrente. Improvviso il nuovo vantaggio (73’) con un tiro di Spinazzola non irresistibile che però sorprendeva il portiere Semper.
Conte sostituiva Hojlund con Lucca (77’) e il nuovo entrato allungava il vantaggio con una fiondata sotto la traversa (82’). Sembrava fatta, ma il Pisa continuava a stare in partita con grande disinvoltura avvicinando pericolosamente il Napoli con Lorran (91’).
I sette minuti di recupero erano un inferno per il Napoli costretto a difendere, nella morsa dell’attacco pisano vicinissimo al pareggio in un paio di occasioni. Un brutto Napoli e il leggero turn-over di Conte non c’entra. Tutta la squadra è apparsa sulle ginocchia giocando un calcio elementare a ritmi bassi.
La Champions, indubbiamente, assorbe energie. E a Manchester, giovedì, il Napoli aveva sostenuto una dura battaglia. Comunque, azzurri in testa a punteggio pieno. Domenica a San Siro contro il Milan rombante di Allegri.
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