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Il sorriso che guida i giovani: l’eredità senza tempo di Crescenzo D’Amore

In un clima di emozione pura, la sfilata dei baby atleti

Il sorriso che guida i giovani: l’eredità senza tempo di Crescenzo D’Amore

I giovani ciclisti all'evento dedicato a Crescendo D'Amore

BRUSCIANO. Sabato sera c’erano davvero tutti. Tutti quelli che avevano corso con lui, che lo avevano incitato, che lo avevano visto volare allo sprint e sorridere dopo ogni traguardo.

Tutti quelli che ancora oggi, a un anno dal suo addio, portano nel cuore il nome di Crescenzo D’Amore. Mancava solo lui, il campione di Brusciano, strappato alla vita in una notte silenziosa, senza freni, senza spettatori, senza avversari da superare: una notte ingiusta.

Eppure la sua presenza riempiva la sala. La Challenge giovanile a lui dedicata — voluta con amore dal padre Franco, dalla famiglia, e organizzata dalla Federciclismo Campania di Umberto Perna, il suo primo allenatore e quasi un fratello — era un omaggio che profumava di memoria e futuro. Al loro fianco, il Comune di Brusciano e il sindaco Giacomo Romano, che di Crescenzo aveva condiviso gli anni più spensierati.

In un clima di emozione pura, sono sfilati gli atleti e le atlete più giovani, quelli per cui lo sport è ancora un sogno limpido, un gioco che accende il cuore: Clelia Navarra, Martina Giuliese, Elisa Faccenda, Gabriele Leo, Matteo Piccolo, Vincenzo Vito, Beatrice Cozzolino, Lucia Di Ruscio, Roberta Cesaro, Francesco Dell’Olio, Giuseppe Tattoli, Eros Mainetti… Ragazzi e ragazze che pedalano con la stessa fame di libertà che aveva Crescenzo, la stessa scintilla negli occhi.

E ci saranno ancora tutti, ogni anno, a premiare nuove promesse sotto lo sguardo luminoso del campione che sorride dai manifesti. Un sorriso diventato simbolo: quello del velocista iridato a San Sebastian nel 1997, già argento l’anno prima in Slovenia, poi professionista capace di vincere in Argentina e alla Settimana “Coppi e Bartali”, dove superò in volata un gigante come Jan Svorada.

C’erano tutti: i vertici della FCI, Cordiano Dagnoni e Carmine Acquasanta; i dirigenti campani Amelia, De Lucia, De Felice, Coiro; gli amici di mille corse — Figueras, Salomone, Perfetto, Muto, D'Aniello, Scotto D'Abusco — e le nuove speranze come Toselli, Pascarella, Sciarra, Verre.

Tutti uniti dallo stesso sentimento: la certezza che Crescenzo D’Amore continua a correre. E che la sua scia non si spegnerà mai.

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