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L'atmosfera

Per Spalletti è una pioggia di fischi

Pochissimi gli applausi per il grande ex. De Laurentiis celebra Conte: «Condottiero di una squadra magnifica»

Per Spalletti è una pioggia di fischi

NAPOLI. Dopo due anni trascorsi a Napoli e uno scudetto storico conquistato, Luciano Spalletti è tornato nella città che per un tempo ha chiamato casa. L’accoglienza, però, è tutt’altro che calorosa: fischi all’arrivo in aeroporto, fischi fuori dall’hotel dove ha soggiornato, e ancora fischi al suo ingresso nello stadio.

Neanche durante l’annuncio delle formazioni i tifosi risparmiano il loro dissenso. La scelta di legarsi alla Juventus, pare, non è stata perdonata al tecnico che ha guidato Napoli al terzo tricolore della sua storia. Qualche applauso c’è stato, ma la sensazione è di una netta minoranza. Quando è entrato in campo, circondato dai fotografi, Spalletti si concede qualche saluto e poi rimane a lungo con lo sguardo fisso sul terreno di gioco, prima di dirigersi verso la panchina.

Per lui, questa non poteva mai essere una partita come le altre. Napoli è scolpita dentro di lui, nelle emozioni e nei ricordi: lì ha coronato il sogno di una vita, il primo scudetto italiano, stringendo legami profondi con una città intera e le sue persone. Ieri sera, però, quei momenti sono stati legati solo al passato.

Spalletti è l’allenatore della Juventus, e come tutti i suoi predecessori negli ultimi sette anni ha perso al “Maradona”: Napoli è ormai alle spalle. Intanto, Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha espresso la sua gioia per la vittoria della squadra partenopea, che ha superato la Juventus per 2- 1, attraverso un messaggio pubblicato sul suo profilo X.

Nel suo intervento, ha voluto rendere omaggio ai tifosi, ai giocatori e ad Antonio Conte per il trionfo ottenuto: “Una grande serata, tifosi straordinari e il Condottiero alla guida di una magnifica squadra. Forza Napoli Sempre!”.

Anche Elmas ha commentato la vittoria contro la Juventus: “In campo posso fare tutto, in questo momento serve fare il mediano e penso di aver risposto bene. L’importante è che abbia vinto la squadra, se serve qualcos’altro ci provo. Giocare con McTominay è stato bello, lui è un po’ più offensivo e io ho cercato di coprirlo».

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