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È Napoli-Bologna, le mani sul trofeo

I rossoblu mandano a casa l'Inter ai rigori. La finale lunedì alle ore 20 su Italia 1

È Napoli-Bologna, le mani sul trofeo

Hojlund

NAPOLI. Entusiasmo, convinzione. Coraggio e consapevolezza nei propri mezzi. Cosa di meglio può dare vincere un trofeo? Stavolta il Napoli ci è vicino, ci crede: sarà il Bologna l’avversaria degli azzurri lunedì sera a Riyad (ore 20, diretta Italia 1). Nessuna occasione per un riscatto, un altro. Al “Dall’Ara” la disfatta con la conseguente “mini crisi” per ritrovare compattezza. Stavolta l’occasione sul campo per battere i rossoblu.

Un Napoli che si candida a vincere un altro trofeo, con Rasmus Hojlund si impone come protagonista assoluto, trascinando il Napoli dritto alla finale di Supercoppa. Una prestazione completa, feroce e moderna: un gol, un assist e una presenza costante che lo rende imprendibile. Contro il Milan, la sua prova è stata un autentico schiaffo sportivo, di quelli che lasciano il segno. Curioso come il tutto si sia svolto a pochi chilometri da Cristiano Ronaldo, idolo d’infanzia del giovane danese. Oggi Ronaldo è la stella dell’Al-Nassr e punta al traguardo storico dei mille gol in carriera. Hojlund, da bambino, sognava CR7, tentando ossessivamente di emularne i movimenti, l’etica del lavoro e la disciplina fisica. «Voleva imitarlo in ogni aspetto, non solo sul campo», racconta Anders, suo padre.

E così, ogni sera, il piccolo Rasmus si allenava nella sua cameretta in Danimarca con flessioni, addominali e piegamenti sotto lo sguardo divertito della famiglia. Quelle sessioni casalinghe hanno tracciato la strada. Contro il Milan, Hojlund ha stravinto il duello con De Winter, unendo forza fisica, intelligenza tattica e qualità tecnica. Prima ha servito a Neres l’assist per il vantaggio con una giocata da centravanti completo. Poi ha chiuso la gara siglando il 2-0 con un gol da puro numero nove: potente, preciso, letale. Una performance che avrebbe meritato gli applausi anche di Ronaldo, impegnato a segnare nello stesso AlAwwal Park che ospita la Supercoppa.

Le statistiche confermano una prestazione superlativa: tre sponde riuscite (il migliore), nove duelli vinti, 13 passaggi positivi e 32 palloni giocati. Certo, le 11 palle perse non passano inosservate, ma vengono abbondantemente bilanciate dal contributo decisivo di un gol e un assist. Cinismo allo stato puro. «Sono qui per vincere la Supercoppa – ha dichiarato Hojlund a fine gara – abbiamo una grande chance. In finale può accadere qualunque cosa». Niente incrocio con l’Inter, che in estate lo aveva inseguito a lungo prima di virare su Pio Esposito. Il destino lo ha poi portato a Napoli, complice l’infortunio di Lukaku ancora lontano dalla forma migliore.

Il legame con Big Rom è saldo: «Mi insegna tantissimo, spero torni presto perché è un grandissimo giocatore». Ma intanto il presente parla la lingua di Copenaghen. E l’interrogativo cresce: chi scenderà in campo quando Lukaku sarà al top della condizione? C’è però una certezza già ora. Se il Napoli sogna di sollevare la Supercoppa, è grazie alle spalle larghe di Rasmus Hojlund, centravanti cresciuto nel mito di Ronaldo e protagonista indiscusso. Colui che potrebbe regalare al Napoli un trofeo importante e a Conte la soddisfazione di vedere il deserto trasformarsi in terra fertile per nuovi trionfi.

E c’è quel legame in campo e fuori con David Neres, il folletto brasiliano che ha preso gli azzurri per mano. Una grande intesa sotto gli occhi di Lukaku, il “papà” e maestro insieme, che più che una minaccia sembra un conforto per i compagni di reparto. Perché questo è un Napoli che vive un po’ di alti e bassi, di improvvisi, per non dire di scivoloni. Lunedì è meglio di no, ma in futuro ci sarà anche Lukaku per dare continuità e sicurezze. Contro il Bologna, probabilmente, sarà ancora a fare il tifo per il suo Napoli.

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