Cerca

Calcio Napoli

Conte, dopo la Supercoppa adesso insegue lo scudetto

Domani si riparte da Cremona. Hojlund a caccia di conferme

Conte, dopo la Supercoppa adesso insegue lo scudetto

Antonio Conte

NAPOLI. Antonio Conte non è un allenatore. È un’idea che cammina. Un’ossessione che non dorme. A novembre, però, anche le idee vacillano. Bologna era fredda, ostile. Una casa non sua. Una sconfitta che brucia.

Una di quelle che restano addosso. Il rumore dei fischi. Le domande, sempre le stesse. Il futuro, improvvisamente, corto. Conte pensava di andare via. Non per paura. Per coerenza. Perché lui vive solo se può vincere. Sembrava la fine di un ciclo. Sembrava.

LA SVOLTA A RIAD

Poi il tempo ha cambiato voce. Un mese e mezzo appena. Ma intenso come una stagione intera. Arriva la Supercoppa. Un trofeo che pesa. Prima il Milan. Una semifinale vera. Dura. Spigolosa. Vinta con rabbia. Con fame. Con Conte ovunque. Poi di nuovo il Bologna. Il cerchio che si chiude. La rivincita che aspetta.

La partita che chiede carattere. E la risposta arriva. Netta. Decisa. La coppa è sua. È loro. Conte alza il trofeo. E sorride appena. Come chi sapeva già. Perché certi allenatori non passano. Restano. Si trasformano. Rinascono. Immortali.

GUAI A FERMARSI

Ma il calcio non si ferma mai. Domani torna il campionato. Niente celebrazioni. Niente alibi. C’è la Cremonese. In casa loro. Campo difficile. Partita vera. Bisogna vincere. Subito. Per inseguire lo scudetto. Perché Conte non guarda indietro. Non lo ha mai fatto. Conte lo sa meglio di chiunque altro.

Nel calcio la memoria dura poco. Conta solo la prossima partita. Conta l’atteggiamento. Conta la fame. Alla Cremonese non bastano i nomi. Servono corsa, ordine, ferocia. Servono uomini pronti a soffrire. Perché lo scudetto non aspetta. Si insegue, si morde, si conquista. Ogni punto pesa come un macigno.

Ogni errore si paga. Conte lo ripete nello spogliatoio. Con lo sguardo prima ancora che con le parole. Non esistono calendari favorevoli. Esistono solo partite da vincere. E questa è una di quelle. Per continuare a crederci. Per restare agganciati. Per dimostrare che l’immortalità passa anche dal campionato.

E poi dopo aver passato un gran bel Natale è giusto vivere un San Silvestro e un Capodanno ancora meglio. Anche perché poi comincerà un mese di gennaio molto intenso. Ben otto partite in ventiquattro giorni. Ci saranno sfide di ogni genere dove bisognerà giocare come a Riad.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori