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29 Dicembre 2025 - 20:09
Il gruppo ai piedi del Duomo di Amalfi
TORRE DEL GRECO. C’è un momento, durante una pedalata lunga, in cui il gruppo smette di parlare. Non per stanchezza soltanto, ma perché ognuno è immerso nel proprio respiro, nel rumore della catena, nel battito che sale. È lì che il ciclismo diventa verità. Ed è lì che il Team Giunigor B. Bike ha costruito la propria identità, giorno dopo giorno, chilometro dopo chilometro.
Alle pendici del Vesuvio, dove la strada sale senza fare sconti e il paesaggio ricorda all’uomo quanto sia piccolo, nascono le storie più autentiche di questa squadra. Non sono racconti di campioni celebrati, ma di persone comuni che hanno scelto di pedalare insieme. A guidarle c’è Giuseppe Bottino, presidente nel ruolo, ma soprattutto compagno di viaggio. Uno che conosce i nomi di tutti, che sa quando aspettare l’ultimo del gruppo, che capisce a uno sguardo se qualcuno ha bisogno di una parola o solo di silenzio.
C’è chi arriva al Team Giunigor dopo una delusione sportiva, chi dopo un problema personale, chi semplicemente per non allenarsi più da solo. E c’è sempre qualcuno che, a metà salita, si gira e dice: «Vai, ci sono io davanti, mettiti a ruota». Sono piccoli gesti, ma valgono più di una vittoria.
Il Vesuvio non è solo uno sfondo. È un maestro severo. Come la ginestra di Leopardi, che cresce su un terreno ostile e insegna la dignità della resistenza, i ciclisti del Team Giunigor imparano a piegarsi senza spezzarsi. A cadere, a rialzarsi, a ripartire. Proprio come nella vita.
E poi arriva dicembre, e con lui il bisogno di celebrare non i risultati, ma il cammino. Così nasce la pedalata di fine anno, diventata ormai un rito collettivo. Quest’anno, per la seconda volta, insieme a Lello Ferrara, il gruppo si è dato appuntamento all’alba. Torre del Greco, ore 7:45. Fa freddo, qualcuno ha dormito poco, qualcuno scherza per scacciare la fatica che verrà.
Man mano che si pedala, il gruppo cresce. Scafati, Nocera, Vietri. Ogni incrocio è un abbraccio, ogni ciclista che si unisce è una storia che entra nel racconto. Superata quota cento, nessuno pensa più ai chilometri. Si pensa solo a restare insieme.
La sosta ad Amalfi, davanti al Duomo, è uno di quei momenti che non si dimenticano. Le bici appoggiate, le foto, le battute, gli sguardi che dicono: “Guarda dove siamo arrivati”. Poi si riparte verso Colli Fontanelle, dove ad attendere il gruppo non ci sono medaglie, ma un brindisi, il panettone di Natale spezzato con le mani ancora fredde, le risate di chi sa di aver vissuto qualcosa di speciale.
Il rientro a Torre del Greco, alle 13:00, racconta tutto: gambe dure, volti stanchi, occhi pieni. Qualcuno dice: «Non sento più le gambe». Qualcun altro risponde: «Ma ne è valsa la pena». E lo pensa davvero.
Eppure, anche in questo clima di festa, Bottino guarda già avanti. Perché il ciclismo, per il Team Giunigor, è anche impegno, disciplina, progetto. Da marzo si torna a fare sul serio: Strade Bianche, Fantagiro, Squali Trek, Nove Colli, Dolomiti Sportful, Maratona delle Dolomiti, campionati italiani, Tre Valli Varesine, Mondiali, Lombardia. Un calendario che fa tremare le gambe solo a leggerlo.
Nel mezzo, le “Feste in famiglia – XMAS Rides”: Sorrento il 24, Cetara il 25, Baronissi il 26, Lauro il 27, gran finale in Costiera il 28. Ogni uscita è un pretesto per stare insieme, per ritrovarsi, per ricordare che il ciclismo non è solo competizione, ma comunità.

«Questo è il nostro spirito», dice Bottino. «Pedalare insieme rafforza l’amicizia. Continueremo così».
Non è una promessa. È una certezza.
Perché finché ci sarà qualcuno pronto ad aspettare l’ultimo in salita, a dividere una borraccia, a trasformare la fatica in un sorriso, il Team Giunigor continuerà a scrivere la sua leggenda silenziosa.
Una leggenda che non passa dagli albi d’oro, ma resta nel cuore.
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