Tutte le novità
27 Dicembre 2018 - 12:32
La Digos di Milano ha fermato tre tifosi ultras dell'Inter. Tra i capi di imputazione rissa aggravata e lesioni. Dura condanna della Figc: la partita andava sospesa
MILANO. È morto il tifoso interista di 35 anni investito ieri da un van di tifosi a Milano prima della partita Inter-Napoli. L'uomo, a quanto si apprende dall'Ospedale San Carlo e dalla Questura, è deceduto questa notte in sala operatoria. Il giovane, un ultrà, si chiamava Daniele Belardinelli (nella foto) e secondo quanto riferito dal questore di Milano, Marcello Cardona in conferenza stampa, sarebbe stato investito da «un suv di colore scuro» il cui conducente ancora non è stato identificato.
LA DINAMICA. Il tutto è avvenuto ieri tra le 19.30 e le 19.50 in via Novara, nei pressi di San Siro. I van che trasportavano i tifosi napoletani sono stati assaliti da un centinaio di ultras interisti, alcuni anche del Varese e del Nizza. I tifosi del Napoli viaggiavano su «pulmini anonimi per i quali era previsto l'“aggancio" da parte della pattuglia della Polizia di lì a poco, a due km dallo stadio». Gli ultras interisti sono usciti all'improvviso sulla strada e «hanno colpito con spranghe e bastoni i pulmini del Napoli». È iniziato un 'fuggi fuggi' generale, nella corsia opposta e qui un ultras dell'Inter, Marco Belardinelli appunto, è stato travolto.
TRASFERTE INTER. Sono stati proprio i tifosi napoletani, evidenzia il questore, a gridare che un uomo era a terra. Quest'ultimo è stato dunque soccorso e portato in auto al Pronto Soccorso dell'Ospedale San Carlo dove è stato sottoposto nella notte a un intervento, purtroppo inutile. «Un fatto gravissimo» insiste Cardona, che spiega di essersi sentito con il Capo della Polizia Franco Gabrielli e con il procuratore Capo di Milano Francesco Greco. «Richiederò lo stop alle trasferte dei tifosi dell'Inter fino alla fine del campionato e la immediata chiusura della curva dell'Inter fino al 31 marzo 2019, dunque per cinque partite di campionato e una di Coppa Italia». «Saremo durissimi, anche con i Daspo» promette ancora il Questore, ricordando che «al momento ne valutiamo almeno nove».
FIGC. Dura la condanna da parte delle Figc: «Adesso basta, quanto accaduto negli ultimi giorni non è più tollerabile - ha detto il presidente della Federazione, Gabriele Gravina in una nota -. Il calcio è patrimonio dei veri tifosi e come tale va difeso da tutti coloro che lo utilizzano come strumento per creare tensione». Il numero uno della Figc ha inoltre evidenziato che «al prossimo consiglio federale, dopo aver fatto preventivamente un'opportuna valutazione con il ministero dell'Interno e i responsabili dell'ordine pubblico, è mia intenzione proporre di cambiare le norme circa la sospensione di una gara per renderle ancora di più facile applicazione».
SALVINI. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, invece, ha annunciato che convocherà al Viminale i responsabili delle tifoserie e società di Serie A e B «affinché gli stadi e i dintorni tornino a essere un luogo di divertimento e non di violenza». «Nel 2018 - ha sottolineato Salvini in un tweet - non si può morire per una partita di calcio». Poi, parlando da Pesaro, ha ribadito: «Non sono il presidente della Lega Calcio, né faccio l'arbitro e quella era una scelta che spettava all'arbitro - ha osservato ancora il ministro dell'Interno, commentando la mancata sospensione della partita -. Nella prossima vita farò l'arbitro, se avrò voglia. Ho detto che non si può morire per una partita di calcio, ma lascio al mondo del calcio nella sua totale autonomia la valutazione di come agire e reagire».
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo