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Cultura e mare

«Hanno scoperto di avere una casa al mare»

A Castellammare di Stabia il boom dell'estate balneare sul lungomare in un convegno con il sindaco Vicinanza

«Hanno scoperto di avere una casa al mare»

CASTELLAMMARE DI STABIA. Gli stabiesi si riscoprono abitanti di una "ridente cittadina alle falde del Vesuvio". Dopo un'estate affollata di bagnanti sulla spiaggia pubblica del lungomare, Castellammare di Stabia, rialza la testa e vive con orgoglio la propria identità celebrata da Boccaccio e Flaubert. Non più etichettata per quell'epoca di faide tra clan che seguirono il terremoto del 1980, sta conoscendo un rilancio economico da sempre invocato.

«In quel terribile periodo, in cui scrivevo ogni giorno la cronaca di sangue delle guerre criminali, leggevo con tristezza nella vecchissima Treccani che avevo a casa, che eravamo "una ridente cittadina...". Ma sapevo che ci eravamo trasformati in tutt'altro. Oggi, con grande commozione, ho scoperto che la mia città è conosciuta per le sue bellezze naturali, la sua vivacità e attrattiva nel Golfo» così la giornalista Giuliana Caso, ha saputo spiegare con efficacia il titolo dell'incontro "Cultura e mare nella rinascita stabiese", organizzato dall'Associazione "100 per la città".

Salone dei convegni affollato alla Reggia di Quisisana, dove Amleto Vingiani, presidente dell'associazione civica che alle amministrative cittadine promosse la candidatura del giornalista Luigi Vicinanza, oggi sindaco di Castellammare di Stabia. 

«Tutti i giorni, da quando sono stato eletto a giugno dello scorso anno - ha detto il primo cittadino - sento sulle mie spalle il peso delle aspettative dei 22.454 stabiesi che mi hanno eletto, il 67% che si recarono alle urne, in tempi in cui la percentuale di votanti era in costante calo. Mi sono quindi subito posto il problema di come dare speranza a una città, ma in forma concreta. Il 5 agosto dell'anno scorso ho firmato l'abolizione del divieto di balneazione sul nostro arenile. Qualcuno mi ha dato del pazzo. Mi hanno accusato di avere fatto "il bagnetto", ma ero questo il segno di ripartenza. io ci ho creduto. La mia giunta ci ha creduto e quest'anno abbiamo attrezzato la spiaggia, decidendo di lasciarla libera».

Dalla foce del fiume Sarno fino ai confini con Vico Equense, oggi Castellammare di Stabia offre il 61% di spiaggia libera che Luigi Vicinanza ha definito «un nuovo diritto civile: assicurare il mare libero, ristoro accessibile a famiglie ed anziani in queste estati torride in tempi di cambiamenti climatici». Una reale nuova "cultura" che sta rivitalizzando l'economia locale e la percezione della città anche fuori dai confini della Campania.

Il progetto di "risveglio identitario" attuato dall'amministrazione Vicinanza ha previsto inoltre 4 Notti bianche nel centro antico della città, una ventina di feste, concerti, teatro nei quartieri anche più periferici. Sono state illuminate e aperta chiese antiche e strade chiuse da un quarantennio, riscoperte dagli stessi stabiesi e soprattutto dai giovani che non erano mai entrati in quelli che erano considerati "fortini" della camorra.

«È stato riaperto il parco delle antiche terme. Mentre è cominciato l'abbattimento dell'ex hotel delle Nuove Terme, un luogo di degrado che, non dimentichiamo, ha dato persino ospitalità a riunioni del clan D'Alessandro. Ogni spazio conquistato legalmente - ha sottolineato Vicinanza - viene sottratto al potere della camorra, che si nutre dell'isolamento. Un progetto al quale siamo chiamati tutti insieme a collaborare».

Il convegno è stato moderato da Amleto Vingiani. Il prof Matteo Palumbo (già docente di Letteratura Italiana, Università Federico II di Napoli) ha puntato ai «segni contenuti nel passato di Castellammare di Stabia, come in un oroscopo, per pronosticare il suo futuro possibile». Da Boccaccio e Flaubert, nelle descrizioni che di Castellammare di Stabia circolavano - tramite la letteratura - nei salotti colti si parlava della città come locus amenus. Nella sesta novella - decima giornata del Decamerone (1349) - in cui Carlo d'Angiò fa visita a un amico proprio in una villa di Quisisana a Castellammare, vengono esaltate le bellezze naturali, la gentilezza e generosità degli abitanti. «Così come, 500 anni dopo, nel 1800, Madame Bovary scoprirà nei discorsi salottieri che nell'elenco dei luoghi più belli d'Italia, insieme a tante delizie si doveva conoscere i colonnati di Roma e il Vesuvio, e le "cascine" di Castellammare di Stabia, cioè le ville e i giardini - spiega Palumbo - del locus amenus che era all'epoca la nostra città, successivamente descritta nella sua essenza di comunità produttiva e coesa nel libro dedicato alla costruzione dell'Amerigo Vespucci, varata il 1931 con una grande festadel Cantiere, grande "segno" di appartenenza e identitario degli stabiesi».

L'ingegner Fabio Dentale, prof di Ingegneria Marittima Diciv - Università degli Studi di Salerno - , ha illustrato i lavori che si stanno svolgendo sull'area più a nord dell'arenile stabiese, per porre rimedio all'insabbiamento del porto mercantile e salvaguardare la linea di costa sottoposta a erosione, che in passato ha messo a rischio gli edifici nei pressi di Marina di Stabia. Sono stati posizionati "pennelli" formati da grandi massi con studi effettuati sulle correnti marine. Ma Raffaele Scarpa, biologo marino e skipper, parte del pubblico, a margine del convegno ha sollevato il problema del contrasto violento delle scogliere bianche nel golfo di Napoli che, adesso, sul lungomare stabiese formato di arenile nero-vulcanico, si contrappone al paesaggio finora di incomparabile bellezza, «spezzato per sempre da Torre Annunziata verso Sud».

Dentale ha convenuto che il "pugno nell'occhio" provocato dal posizionamento dei materiali utilizzati non è apprezzabile. «Ma si tratta di materiali amovibili - ha assicurato - Oggi erano gli unici che potevamo utilizzare perché le cave del Vesuvio sono chiuse e bisognava altrimenti ricorrere a cave del Lazio o della Sicilia con costi esorbitanti. Speriamo che in futuro sbocchino le cave del Vesuvio e non è detto che non si possa porre rimedio a questo inconveniente».

 

Interessantissimo l'intervento dell'ex procuratore capo Luigi Riello. «Castellammare di Stabia - ha spiegato il giudice - deve guarire due ferite: il terremoto dell'80, che segnò il passaggio della criminalità locele e campana da camorra stracciona a camorra imprenditoriale. E, per conseguenza, l'infiltrazione del malaffare nell'economia e nelle istituzioni e amministrazioni, fino a portare allo scioglimento per camorra del consiglio comunale cittadino». Riello ha perciò elogiato il cambiamento che l'associazionismo civile, le iniziative delle persone perbene hanno impresso al destino di Castellammare di Stabia, come ha fatto l'associazione "100 per Stabia", portando avanti il progetto di un governo del territorio affidato a persone perbene, così come oggi guidato da Luigi Vicinanza»

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