Tutte le novità
26 Marzo 2023 - 10:18
NAPOLI. Palloncini bianchi e fumogeni azzurri e il coro “Pio, Pio”: è l’estremo saluto di Pianura a Francesco Pio Maimone, il 18enne vittima innocente della follia omicida scatenatasi nella notte tra domenica e lunedì scorsi a Mergellina. Un’onda di amore che arriva fino alla casa del ragazzo, dove risuonano le note della canzone Addo Staje di Rosario Miraggio, dedicata a Francesco Pio dall’amico Carlo, e i fuochi d’artificio. Un lungo applauso accoglie il feretro del 18enne all’arrivo nella chiesa di San Lorenzo Martire a Pianura. Ci sono i parenti, stretti nel proprio dolore, e anche tanti amici del giovane che indossano una maglia con il volto del raider che si è visto strappare la vita dalla follia omicida. Fuori dalla chiesa, alle cancellate, c’è appeso lo striscione con la foto di Francesco Pio e il messaggio “Dentro ogni nostro pensiero, c’è sempre un po’ di te”: è lo stesso che era apparso anche nella fiaccolata tenutasi venerdì sera per le strade del quartiere della zona nord-occidentale di Napoli. A officiare il rito il vescovo della Diocesi di Pozzuoli, Gennaro Pascarella, e don Enzo Cimarelli, parroco della chiesa di San Lorenzo Martire. A rappresentare il Comune di Napoli, il sindaco Gaetano Manfredi e l’assessore alla Sicurezza Antonio De Iesu, oltre ai consiglieri Alessandra Clemente e Roberto Minopoli.
L’OMELIA DEL VESCOVO. «Non vorremo mai vivere celebrazioni come queste. La morte è parte della nostra vita, è distacco ed è un enigma della condizione umana - dice don Pascarella nella sua omelia -. La morte di un giovane per mano violenta da parte di un altro giovane ci disorienta, ci sgomenta, ci angoscia. Un grido sgorga dal nostro cuore, in particolare da quello dei genitori di Francesco Pio: “Perché?”. Grido che si fa richiesta di giustizia». Il vescovo incalza: «Non possiamo non lasciarci interrogare da questo evento drammatico, che ha colpito la nostra comunità civile e religiosa. Siamo ancora capaci di trasmettere ai nostri giovani i valori che tengono insieme il tessuto civile ed ecclesiale? Bastano le analisi, gli studi, i progetti? Sono certamente necessari. Ma essi non incidono, se non ci sono testimoni, adulti che con la loro vita dicono che l’onestà, il rispetto dell’altro, anche se diverso, la giustizia, la solidarietà non sono un optional, ma fondamento della comunità».
LA COMMOZIONE DELLA SORELLA. Momento particolarmente commovente quando è Chiara a ricordare il fratello. «Non mi sarei aspettata che un giorno sarebbe stato possibile tutto questo, non rivedere più mio fratello nel suo lettino ma in questa bara bianca. Non mi sarei mai aspettata di non averti più al mio fianco, tu il mio primo uomo, il mio primo amico, il fratello più buono che potessi mai avere. Ti hanno portato via da noi, così inaspettatamente, con tutti i sogni e i desideri che ti caratterizzavano» dice. «Cerco una spiegazione tra le tue cose dove ancora spero di vederti. Ma invano perché tu non ci sei, e io non vedrò più il tuo sorriso e non mi sentirò più al sicuro tra le due braccia. Ma tu sei presente con me, abbracciami nei sogni, ridi e fatti vedere felice perché solo così posso avere un motivo per andare avanti». Infine: «Sei incancellabile nel mio cuore, ti porterò sempre con me. Proteggi mamma e papà e noi tutti, anche Carlo, il tuo amico che quella sera avrebbe dato la vita per salvarti. Siamo fieri di te e dell’uomo che sei stato, lavorando e facendo sacrifici. Ora vivi libero saltando da una stella altro e insegna agli angeli a sorridere».
IL SINDACO MANFREDI. Visibilmente provato anche il primo cittadino Manfredi. «Più che della parole contano i fatti. E questo grande sacrificio che è stato fatto - sottolinea - deve essere una spinta per noi, per il quartiere, e dare punti di riferimento a questi giovani». Il numero uno di Palazzo San Giacomo spiega che «questa è una delle tante cose che sono sempre successe, purtroppo in questa città il tema dei giovani e della speranza da dare a loro è una vera sfida, tra l’altro molto complessa. Io penso che occorra avere riferimenti, e parlo di istituzioni, famiglie, parrocchie, perché in questi giovani si vede il desiderio di avere una speranza. Avverto una grande responsabilità ma questa deve essere collettiva. O c’è una presa coscienza da parte di tutti, e si lasciano da parte gli egoismi, e ci si mette assieme per il bene comune o sarà difficile».
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo