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Il sangue di San Gennaro e la ferita da rimarginare

Opinionista: 

Gentile Direttore, martedì ero, come da anni, nel Duomo di Napoli per assistere al miracolo di San Gennaro. Straripante la folla all’interno della chiesa ed all’esterno; molti erano turisti, sia italiani, che stranieri, in cerca anche di qualcuno che potesse dare utili indicazioni sulle modalità di accesso alla Basilica ed alla spiegazione magari non esaustiva di come descritta nella guida turistica. Alle dieci è stato annunciato che il miracolo era avvenuto, senza il rituale che accompagna le preghiere dei fedeli, quando il Vescovo è all’altare. Pur assistendo da lustri alla cerimonia, che può sembrare ripetitiva e, quindi, quasi “noiosa”, io mi arricchisco sempre di umanità e spiritualità ogni volta che assisto al miracolo. Molti scrivono di questo evento come di una specie di immaginazione collettiva, se non addirittura di “imbroglio”; centinaia di analisi sono state fatte sulla natura umana o meno del sangue, ma nessuna d’essa ha portato alla conclusione che lo scioglimento avviene per un fenomeno semplicemente chimico dovuto al ruotare l’ampolla nelle mani del Vescovo. Volendo, per rispetto cristiano e democratico, accedere alle tesi dei miscredenti, oggi il discorso dell’Arcivescovo Domenico Battaglia ha fugato ogni speculazione che vuole ridurre l’Uomo alla realtà contingente, privandolo della trascendenza dell’anima. Don Battaglia, in sintesi, nella sua omelia ha trovato parole giuste per illustrare il miracolo come “il Bene che sovrasta il Male”. Le sue parole sono state incisive, anche perché si sono allontanate, e di molto, dalla consueta e tradizionale interpretazione della liquefazione o meno del sangue. Egli ha detto testualmente: “Piuttosto che stupirsi, pensando al sangue del nostro Martire, mi chiedo se la sua liquefazione sia una semplice fotografia di ciò che purtroppo continua ad avvenire nella nostra realtà, ogni qualvolta viene versato il sangue dei poveri con le ingiustizie, la violenza del potere, dell’economia, la brutalità dei gesti ed anche delle parole”. Ha continuato affermando che il sangue liquefatto vuole dimostrare un’emorragia, mai fermata, mai guarita, del male procurato ai singoli ed ai popoli. E qui, come dicevo, c’è stata una vera “inversione ad U“ nelle parole dell’Arcivescovo: il sangue liquido di San Gennaro rappresenta la ferita mondiale ancora da rimarginare; solo quando i Popoli, le Nazioni, i Cittadini, l’Essere Umano in genere, cesserà questa lotta feroce fratricida, allora il sangue di Gennaro si solidificherà per sempre! Quindi, il “miracolo” non sarà più da nessuno posto tra virgolette, come non esistesse: esso avverrà nella sua pienezza quando la Giustizia si unirà alla Pace , quando il Bene trionferà sul Male, quando la “Buona Novella” di Cristo illuminerà definitivamente il buio. San Gennaro ci può indicare la strada, così come tutti i Santi, testimoni e prosecutori della parola del Cristo: Amatevi l’un con l’altro. Un discorso vigoroso ed innovativo, quello di don Mimmo, che ciascuno, credente o non, dovrebbe riascoltare o leggere e rileggere per capire quanto di vero e concreto ci sia nella sua parola. Don Mimmo, per me che l’ho ascoltato attentamente, oggi mi è sembrato un Profeta, di quelli non necessariamente da ricercare nella nostra religione, né nel Vecchio né nel Nuovo Testamento. Né nelle altre religioni anch’esse da rispettare se ben interpretate. Salvo eccezioni dettate più dall’odio, che dall’amore, non troverete un vero Profeta che voglia il male dell’altro perché non della stessa Fede. Il Sangue di San Gennaro che rimarrà per sempre solido, quando vedrà il mondo in Pace e i Popoli convivere nel Bene e nell’Amore, è un’immagine “rivoluzionaria”, che mi affascina nella mia continua ricerca della verità, oggi che qualcosa di veramente straordinario è avvenuto. F