Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

L’eterno fuorigioco di molte generazioni

Opinionista: 

C’è un divertissement culturale, un gioco ad incastro della nostra società che merita una lieve parabola di approfondimento critico. Si parte da un assunto. I giovani devono costruirsi il loro futuro. Ecco, quindi, la scuola, l’università il peso di settimane, di mesi passati sui libri a sottolineare appunti, vergare volumi, imparare molte cose che poi saranno inutili. Ma, soprattutto, la vetrina delle tentazioni che si spalanca quotidianamente davanti ai loro giovani occhi, attraverso il web o la tv, zeppa di oscuri oggetti del desiderio praticamente inaccessibili. Il ragazzo è, in quel periodo, fatalmente, un nullatenente. Deve far quadrare a fatica i suoi pallidi conti. Deve contare solo sul sostegno della famiglia che, spesso, spremuta da mille esigenze e dalle tasse scolastiche ed universitarie, dispensa solo semplici mance. Un vivace paradosso. È il momento migliore, ti sentiresti fisicamente di spaccare il mondo, di approfondire la conoscenza di mille terre lontane, di cento popoli stranieri e, invece, resti lì, nel tuo limitato perimetro cittadino, recuperando solo le immagini nelle quali poter incasellare il tuo futuro. Niente di più, niente di meno. Una frustrazione costante. Poi, gli anni passano, magari tra mille sforzi trovi anche un discreto lavoro, con uno stipendio assolutamente dignitoso ma, a quel punto, ti manca il tempo. Quotidiana competitività professionale, necessità di scalare le gerarchie per guadagnare di più, una moglie ed una famiglia delle quali tener conto, imprescindibilmente. C’è ancora la salute ma il tempo si restringe, si liofilizza, come un cappio alla gola. Esegui bene, quindi, tutti i tuoi compiti, fai anche una certa carriera, ti sembra di aver conquistato un concreta posizione sociale con qualche vantaggio economico ed arriva rapida la vecchiaia. Di energie non ce ne sono più molte. La pensione che sembrava un traguardo agognato diventa una stupida finzione. Il reddito viene eroso costantemente dall’ inflazione e dalle necessità accessorie dei tuoi figli che vanno spesso a studiare all’ estero, facendo quello che, magari, avresti voluto fare tu che non avevi le spalle coperte. Ed ecco così che il segmento finale della tua vita si muove, finalmente, nel dilatarsi dello spazio disponibile e, per contro, nella difficoltà fisica, psicologica, economica, organizzativa di poterlo sfruttare compiutamente. Un mistero buffo, un maledetto imbroglio che ti fa sentire in eterno fuorigioco, a qualsiasi età. Dandoti la sensazione oscura di non esserti mai trovato al posto giusto, al momento giusto per tutta la tua vita. Poi, dicono che l’ uomo vive di rimpianti. Dimostratemi perché dovrebbe provare il contrario, visto quello che gli scorre davanti nella traiettoria della sua vita. Aurea mediocritas, suggerisce qualcuno. Apparentemente, sembra una presa in giro. Ma è tema variegato e problematico che non richiede una semplice battuta di commento. Vale, quindi, la pena tenerlo in caldo, nel forno croccante dei tuoi pensieri. E rinviare ad altre pagine ogni umana, storica considerazione.