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L’isola d’Ischia oltre l’uragano. Ora occorre una legge speciale

Opinionista: 

“Il tempo lungo è una guida ingannatrice negli affari correnti. Nel tempo lungo saremo tutti morti. Gli economisti si attribuiscono un compito troppo facile e troppo inutile se, in momenti tempestosi, possono dirci soltanto che, quando l’uragano sarà lontano, l’oceano resterà tranquillo”. La celebre frase di Keynes si adatta perfettamente alla situazione oggi esistente nell’isola d’Ischia, la più importante località turistica della Campania per capacità ricettiva e per presenze turistiche. Perciò la rivista “Il Continente”intende promuovere un ampio dibattito – locale, regionale e nazionale – sulle politiche di oggi non di domani partendo dalla ridefinizione del Litorale Casamicciola-Lacco Ameno con una mostra di ricostruzione storica e con un convegno nazionale sul Mezzogiorno che è “fragile” e “ tragico” ed il “caso dell’isola d’Ischia” diviene paradigmatico per un rilancio delle sue potenzialità di crescita economica ed occupazione ma ponendo la difesa dell’ambiente al primo posto. Ischia diviene apripista del nuovo modello di sviluppo capace di coniugare crescita economica e difesa ambientale. La tragedia dell’alluvione di Casamicciola del 26 novembre scorso, a soli 5 anni dall’altro evento tragico del terremoto 21 agosto 2017, pone un tema ineludibile di una gestione amministrativa unitaria del territorio e dell’economica dell’isola d’ Ischia di appena 46 Km2 ma con 64mila abitanti, 3mila imprese, 50mila posti letto,10mila studenti dell’obbligo e superiori, 14mila lavoratori stagionali iscritti al Centro per l’Impiego ma divisa in sei Comuni, una Città Metropolitana, una Regione limitandosi agli enti locali senza tener conto di un Ente chiamato “Autorità di Bacino” e di un altro chiamato “Area Marina Protetta” per completare un quadro istituzionale con generali e colonelli ma senza soldati. La dichiarazione di “stato di emergenza nazionale” ai sensi della legge 225/92 sovraordinata rispetto allo “Stato di calamità naturale” disposta dal Governo Nazionale trova l’isola d’Ischia in presenza di sei Commissari di Governo con i poteri eccezionali della Repubblica per sei funzioni e cinque persone fisiche. L’isola d’Ischia non ha mai avuto un Piano Regolatore Generale, previsto dalla legge urbanistica del 1942. Ha bisogno di un Piano di Assetto Territoriale. Ha bisogno di un Accordo di Programma (art.34 testo unico enti locali) per la predisposizione e l’attuazione di un “Contratto Istituzionale di Sviluppo” per una coesione economica e sociale capace di utilizzare i fondi del Pnrr. Gli Enti strumentali di Invitalia e della Cassa Depositi e Prestiti debbono essere coinvolti per un nuovo modello di sviluppo imperniato sulla transizione ecologica ed i cambiamenti climatici e da qui il Parco Pubblico del Monte Epomeo per l’eliminazione del rischio idrogeologico e la mitigazione del rischio sismico senza dimenticare il rischio vulcanico. Si impone una legge speciale come nel 1952, si ripropone l’istituzione di un Ente di Diritto Pubblico – come lo fu l’ Ente per la Valorizzazione dell’ isola d’ Ischia dal 1952 al 1972 – per la gestione della Ricostruzione dal terremoto e dall’alluvione di durata ventennale prorogabile che debba redigere ed approvare il Piano di Assetto Territoriale e metterlo in esecuzione come “soggetto attuatore”. Si tratta di chiudere circa 30mila domande di condono edilizio, realizzare delocalizzazioni, prevedere una praticabile edilizia residenziale pubblica ex-edilizia economica e popolare. Se si riflette si possono azzardare similitudini tra il 1952 ed il 2022 di opposto segno. Allora – 1952 70 anni fa – la classe dirigente puntava ad un decollo turistico dell’isola d’Ischia, ad una “valorizzazione” attraverso il patrimonio termale e naturalistico richiamando le possibilità della Cassa per il Mezzogiorno istituita nel 1950, anno in cui sull’isola c’erano 28 alberghi di cui 15 a Casamicciola, che aveva anche 17 stabilimenti termali storici nell’area di Piazza dei Bagni del Gurgitiello e nell’ area del vallone La Rita. 70 anni dopo l’ isola d’ Ischia ha un “ipersviluppo o troppo sviluppo” ma deve fare i conti con i danni del terremoto del 2017 e delle alluvioni del 2009 e del 2022, della frana di Monte Vezzi del 2006 e di quella dei Maronti nel 1978. Nel 1972 nell’isola d’ Ischia c’erano 217 alberghi di cui uno di lusso, 17 di prima categoria ed 8 di seconda. I posti letto erano 10.594. L’ Eri dovrebbe avere i poteri dello “stato di emergenza nazionale” per venti anni ed essere il soggetto ricevente dei finanziamenti pubblici di qualsiasi natura pubblica e privata per la Ricostruzione dell’ isola che si propone con la sua unità e particolarietà naturale e storica Patrimonio dell’ Umanità dell’Unesco. La “fragilità” naturale ed economica dell’isola d’ Ischia si unisce alla “ tragicità” degli eventi naturali catastrofici che hanno sconvolto la popolazione – soprattutto quella di Casamicciola – e dato un colpo distruttivo all’economia turistica dell’ isola intera. Secondo le prime stime è necessario almeno un miliardo di euro per la “ricostruzione” dopo il terremoto e la grande alluvione. La prima richiesta del Commissario alla Ricostruzione Giovanni Legnini al Governo per il 2023 è di almeno 500 milioni di euro. Casamicciola è socialmente ed economicamente distrutta. Le persone sfollate di fatto sono circa 1500 su una popolazione di circa 8 mila abitanti nel 2017. Circa 1000 abitanti si sono trasferiti in altri comuni isolani dopo il terremoto. Almeno 2/3 della popolazione attuale vive in un’area a rischio idrogeologico secondo un piano di protezione civile “speditivo” (cioè nato dopo la frana. Prima non c’era nulla). Perfino il porto commerciale è chiuso alle navi-traghetto per insabbiamento del fondale. Si possono “azzardare” ulteriori proposte al Commissario di Governo: ricostruire il litorale da Casamicciola a Lacco Ameno come agli inizi del ‘900 con l’utilizzazione dello sversamento a mare del terreno confluito a valle dalla frana del 26 novembre in modo da proteggere le coste e ricostruire con ripascimento le spiagge. Affidare allo staff del sen. Arch. Renzo Piano un progetto di “ ridefinizione del mare e della montagna” dell’ isola d’ Ischia. Difesa delle Coste, Ripascimento delle Spiagge, pulitura immediata degli alvei dell’ Epomeo recuperando le opere di ingegneria idraulica realizzate dal Genio Civile dopo l’ alluvione del 24 ottobre 1910 sono parti contemporanee di un unico progetto di riqualificazione ambientale ed avviare la ricostruzione postsisma del 2017 con scelte urbanistiche coraggiose. Chiamare il Genio Militare per il recupero di tutte le opere di ingegneria idraulica oggi abbandonate – lo sono state per oltre 60 anni ! costruite dopo l’ alluvione del 24 ottobre 1910 e realizzare un corretto deflusso dalle acque dell’ Epomeo sulle coste dei sei Comuni isolani. Dopo l’ uragano occorrono scelte e decisioni coraggiose affinchè il mare ritorni tranquillo nel tempo breve per non avere altre morti innocenti, 12 persone sono morte il 26 novembre e fra questi bambini di cui uno di 22 giorni!, e ritorni la socialità fra gli isolani e la vacanza per i turisti.