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Ambiente
20 Agosto 2025 - 15:57
Un «silenzio assordante» ha accompagnato «il fallimento» del summit che a Ginevra, sotto l'egida dell'Onu, ha riunito 184 Paesi per arrivare a un trattato globale vincolante sulla regolamentazione della produzione di plastica.
Di questi solo «una decina si sono opposti. Tanto è bastato per far naufragare un accordo che avrebbe potuto segnare una svolta storica per il futuro dell'umanità. Tra i Paesi contrari figurano Stati Uniti, Arabia Saudita, Russia, Cina, India, Iran, Brasile, Cuba, Pakistan, Kenya e Nicaragua: nazioni che, per diversi motivi, proteggono forti interessi economici legati alla filiera della plastica e del petrolchimico. Eppure, nessun titolo in prima pagina. Nessun dibattito in TV. Nessuna riflessione pubblica. Perché?» Lo chiede Rosalba Giugni, presidente della fondazione Marevivo, in una lettera aperta inviata ai media.
«Stiamo parlando di un'emergenza planetaria», sottolinea Giugni citando le più recenti ricerche secondo le quali microplastiche sono state rinvenute nel sangue umano, nel cervello, nella placenta, nel latte materno, nelle arterie, nel liquido seminale, e indagini scientifiche in corso per verificare se esista, come molti sospettano, un legame tra questo tipo di inquinamento con disturbi quali ictus, infertilità, obesità, alterazioni neurologiche.
«Le lobby della plastica - dalla chimica al petrolio, dalla grande distribuzione all'industria alimentare - sono tra le più potenti al mondo. Nessuno è disposto a perdere terreno» continua Giugni. «Chiediamo ai media, alla politica, alla società civile di aprire gli occhi, superare l'indifferenza e trattare la crisi da plastica per ciò che è: una vera e propria minaccia esistenziale», conclude.
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