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Le indagini
03 Febbraio 2025 - 17:41
Almeno 2mila extracomunitari avrebbero ottenuto la documentazione per soggiornare in Italia grazie alla truffa sul click-day. È quanto emerso nel corso delle indagini condotte dai Carabinieri per la Tutela del Lavoro e dalla guardia di finanza, nell'ambito di un'inchiesta che ha portato a 31 misure cautelari e sequestri beni, sotto il coordinamento della Direzione distrettuale Antimafia di Salerno insieme alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.
Il sodalizio - scrive in una nota il procuratore Giuseppe Borrelli - avrebbe presentato, in favore di oltre 2.000 cittadini extracomunitari, disposti anche a pagare elevate somme di denaro pur di ottenere un valido titolo di soggiorno in Italia, altrettante richieste fittizie di nullaosta al lavoro nell'ambito dei decreti flussi ed emersione, avvalendosi di aziende compiacenti -o create ad hoc - e di professionisti e intermediari (pubblici e privati). Il regime di illegalità nel quale versavano le aziende sarebbe emerso dalle risultanze delle indagini tecniche svolte dai Carabinieri e dall'analisi della documentazione acquisita presso gli Sportelli Unici delle Prefetture di Salerno.
Nel corso delle attività investigative sarebbero anche emersi i ruoli dei soggetti coinvolti nell'ambito dell'organizzazione criminale: cittadini stranieri che avrebbero assunto la veste di intermediari nei confronti di connazionali desiderosi di giungere o permanere in Italia. I datori di lavoro compiacenti che, dietro compenso, avrebbero falsamente attestato il possesso dei requisiti previsti per l'inoltro delle domande. I vari faccendieri che si sarebbero occupati di reperire e formare la falsa documentazione per il buon esito delle istanze.
I referenti di patronati che, dietro compenso, nel corso dei cosiddetti click day, avrebbero inoltrato telematicamente le richieste di rilascio di nullaosta al lavoro in favore di cittadini extracomunitari. I pubblici ufficiali degli Ispettorati Territoriali del Lavoro di Salerno e Napoli che, in cambio di denaro, avrebbero garantito l'esito favorevole delle istanze e l'emissione dei falsi titoli d'ingresso o di soggiorno. E ancora altri soggetti che si sarebbero occupati di riciclare i proventi illeciti raccolti dai cittadini stranieri, spesso a fronte dell'emissione.
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