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Cimitile
18 Ottobre 2025 - 08:35
I carabinieri del Noe di Napoli e della Compagnia di Nola, hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo di un'area a Cimitile utilizzata come discarica abusiva.
Le indagini, scattate dopo la denuncia da parte dell'assessore all'Ambiente del Comune, che riferiva di uno sversamento abusivo di rifiuti provenienti da Comiziano nell'area dell'ex macello di via San Donato, hanno riguardato la gestione illecita dei rifiuti speciali dei due Comuni del Napoletano da parte della società S.I.A. (Soluzioni Integrate Ambientali) s.r.l.
L'area è un autoparco, adibito alla trasferenza degli Rsu raccolti sulle strade comunali, in attesa del definitivo conferimento agli impianti autorizzati.
La stessa nel corso del tempo è stata invece utilizzata quale illecito sito di stoccaggio degli stessi rifiuti, alcuni dei quali abbandonati sul terreno e altri depositati all'interno di cassoni scarrabili, comunque esposti agli agenti atmosferici.
Documentate, poi, continue attività di abbandono sul terreno di cumuli di rifiuti sia non pericolosi sia pericolosi (quali contenitori in plastica e in metallo intrisi di smalti, vernici, solventi oltre che oli esausti sia vegetali che minerali), in un'area non autorizzata, da adibire esclusivamente ad area di sosta degli automezzi della società assegnataria del servizio.
Dall'esame delle immagini estrapolate dai sistemi di video ripresa, installati nell'area oggetto d'indagine, è emerso inoltre che l'attività illecita si protraeva almeno da febbraio scorso, con conseguente concreto pericolo di un grave inquinamento del suolo, esposto ai percolamenti dei rifiuti abbandonati.
L'amministratrice unica della società sottoposta a indagine è stata denunciata per l'illecita attività di gestione rifiuti pericolosi e non pericolosi. Nello stesso contesto, i carabinieri hanno sequestrato gli automezzi presenti nell'area e i cumuli di rifiuti presenti.
Il gip presso il Tribunale di Nola, nel contesto del provvedimento cautelare, ha evidenziato il pericolo concreto che l'area, lasciata nella libera disponibilità dell'indagata, possa assumere funzione strumentale rispetto alla prosecuzione e/o aggravamento delle conseguenze del reato contestato, aggravando l'inquinamento già causato.
Gli indagati non possono essere ritenuti responsabili delle condotte a loro ascritte sino alla definizione del giudizio con sentenza passata in giudicato.
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