In tre si riunivano in salette riservate di bar gestiti da amici compiacenti, lasciavano i cellulari fuori e parlavano tra loro all'orecchio per non essere intercettati. Pasquale D'Alessandro, Vincenzo D'Alessandro e Paolo Carolei erano in quel periodo i vertici finiti nell'inchiesta culminata all'alba di oggi in undici arresti nel clan D’Alessandro per reati contestati che, a seconda delle varie posizione, sono associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione e detenzione di droga a fini di spaccio, aggravati in quanto commessi per agevolare il clan.
L'operazione anticamorra della Dda si è basata su indagini della Sisco di Napoli con la collaborazione della Squadra Mobile di Napoli e del commissariato di Castellammare di Stabia. Il reggente era Pasquale D'Alessandro, 54 anni, tornato in libertà nel 2023. Giuseppe Oscurato avrebbe avuto un duplice ruolo: prelevare le estorsioni e contabilizzarle nelle casse del clan. Gli altri arrestati sono Michele Abbruzzese, Petronilla Schettino, Antonio Salvato, Giovanni D'Alessandro, Biagio Maiello, Catello Iaccarino (unico ai domiciliari).
Sono stati documentati dalla polizia di Stato e dalla Dda (pm Giuseppe Cimmarotta) diversi episodi estorsivi compiuti ai danni di imprenditori edili. Il denaro confluiva in una cassa comune e veniva utilizzato anche per fornire supporto ai detenuti e alle famiglie degli affiliati in carcere. Sarebbe emersa anche la riconducibilità al clan di alcune ditte di pulizie titolari di appalti nell'ospedale San Leonardo e per la società calcistica Juve Stabia, recentemente finita in un'altra inchiesta.
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