ROMA. Confronto a distanza tra il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker sul nodo della flessibilità sui conti pubblici. "Lo sforzo per le riforme dell'Italia ci porta a chiedere con tutto il diritto una gestione della politica fiscale più flessibile", rivendica Padoan nel corso di un dibattito organizzato dall'Aspen Institute a Roma. Chiedendo però risposte rapide e certe. La Commissione, dice Padoan, dovrebbe "evitare una incertezza che sicuramente non aiuta la crescita".

 
Da Bruxelles risponde indirettamente Juncker. "La Commissione ha introdotto alcuni elementi di flessibilità riguardo all'interpretazione del patto di stabilità e di crescita, che sono sufficienti a permettere agli Stati membri, anche a quelli alle prese oggi con dei problemi, di proporre bilanci che siano in linea con tutte le regole e con tutti i requisiti", ribatte, aggiungendo che "la Commissione svolgerà il suo ruolo senza cadere in una politica rigida e stupida di austerità".

Parole queste che potrebbero suonare come un'apertura a tutta la flessibilità richiesta (circa 16 miliardi pari all'1% del pil) o, più probabilmente, solo a una parte. Ottenuta la clausola sulle riforme, sotto la lente Ue restano quella per gli investimenti e quella per i migranti con cui Roma intende finanziare gli sgravi alle imprese e il piano sicurezza, tra le altre misure.

Padoan, quindi, chiede risposte rapide per evitare di entrare in una spirale di incertezza. "Ci auguriamo semplicemente che la risposta sia sciolta presto da parte della Commissione e quindi di evitare una incertezza che sicuramente non aiuta la crescita", dice. Un auspicio quello del titolare di via XX settembre che arriva alla vigilia della dell'aggiornamento delle previsioni economiche dell'esecutivo Ue su cui si baserà il giudizio definitivo della Ue sulla Legge di Stabilità, e relativa flessibilità, atteso in primavera.

"L'Italia chiede l'uso dei margini previsti dalle norme", "non c'è nulla che non sia compatibile con le regole. Non stiamo chiedendo nulla di nuovo", insiste ancora Padoan, sottolineando che "c'è compatibilità assoluta tra la nostra politica di bilancio e la politica di riforme".

In cima alle priorità del governo c'è anche il sistema bancario, zavorrato da 350 mld di crediti deteriorati, tra sofferenze (200 mld) e incagli (150). In attesa del via libera al nuovo decreto banche (forse venerdì ma non è escluso uno slittamento) sulla riforma per integrare il sistema delle Bcc, le norme sulle bad bank e quelle per accelerare il recupero crediti Padoan sottolinea l'importanza per l'Europa di un sistema forte e integrato.

"La Capital markets union è una grande opportunità per il nostro Paese, per il sistema finanziario e bancario per adeguarsi a una nuova dimensione europea e globale di regole verso un'Europa più forte e integrata. L'Italia ne approfitti" sollecita il titolare del Tesoro. E tra le opportunità che il paese dovrebbe cogliere c'è anche la sfida tecnologica. "La caduta secolare della produttività subita da Paesi avanzati" come l'Italia "si può invertire - conclude - se si utilizzano le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dall'innovazione".