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08 Settembre 2025 - 09:32
Vista la loro portata virale, possiamo affermare con certezza che alcune fake news abbiano segnato un’epoca nel panorama dell’informazione digitale, soprattutto per le ripercussioni sulla società, sull’economia e sulla politica. Alcuni degli episodi che andremo a raccontare, infatti, dimostrano come la disinformazione sia un fenomeno capace di condizionare i comportamenti delle masse e generare enormi guadagni.
Se sfruttate a proprio vantaggio, insomma, le bufale si rivelano un potente strumento per influenzare opinioni e decisioni su scala globale. I dati analizzati da ExpressVPN parlano chiaro: le fake news di maggiore impatto rivelano un tratto comune, andando a combinare contenuti emotivamente forti, temi di grande interesse pubblico e canali di diffusione virali. Finché questi tre elementi continueranno a interagire e rimescolarsi, in un sistema che premia la visibilità più della verità, non è da escludere che altre menzogne eclatanti siano destinate ad emergere e prosperare.
La crisi sanitaria del Covid-19, segnata da centinaia di migliaia di vittime, ha rappresentato un terreno ideale per teorie complottiste e cure miracolose. Tra le bufale più diffuse c’è l’idea che il virus sia stato creato in laboratorio a scopo di “controllo mondiale”, che i vaccini contenessero microchip per la sorveglianza di massa o che esistessero presunti rimedi “naturali” in grado di prevenire o curare la patologia. Alcuni di questi messaggi provenivano da noti influencer anti-vax: questi individui, oltre al danno di dissuadere migliaia di persone dal vaccinarsi, hanno intascato cifre considerevoli grazie alla vendita dei loro prodotti alternativi.
Emblematico è il caso di un osteopata statunitense che, secondo un’inchiesta del New York Times, solo nel 2020 avrebbe incassato oltre 7 milioni di dollari vendendo integratori “naturali” e gadget per il benessere. Sfruttando il panico da Covid-19 e diffondendo false informazioni sui vaccini, questo individuo ha trasformato la disinformazione in un efficace strumento di marketing. La menzogna era l’esca, ma il vero guadagno arrivava dalle vendite. E i casi di disinformazione a scopo commerciale non finiscono certo qui. Un noto conduttore radiofonico Usa avrebbe generato oltre 165 milioni di dollari vendendo prodotti “anti-veleni” e integratori: un’ulteriore dimostrazione di come le notizie false possano essere studiate a tavolino come parte di un autentico modello di business.
Altro argomento caldo nell’ambito delle fake news è quello legato al cambiamento climatico. Negli ultimi anni si è diffusa una nuova forma di negazionismo: più che respingere l’esistenza del riscaldamento globale, andare a screditare le soluzioni proposte. Tra le fake news più popolari, ad esempio, c’è l’idea che le auto elettriche siano più inquinanti dei motori tradizionali, oppure che le pale eoliche rappresentino una minaccia letale per la fauna. Questi contenuti hanno seminato confusione nell’opinione pubblica, rallentando l’adozione di politiche ambientali e sostenendo, direttamente o indirettamente, gli interessi economici legati ai combustibili fossili.
Chiudiamo con un’ultima casistica, quella legata alle fake news incentrate sugli eventi tragici. Dopo l’incendio di Notre-Dame nel 2019 circolarono teorie complottiste secondo cui il rogo sarebbe stato un atto intenzionale, legato a motivi religiosi o politici. Nonostante le smentite ufficiali, queste narrazioni riuscirono ugualmente a raggiungere milioni di persone. Un’ulteriore prova, quest’ultima, di come anche dinanzi a smentite ufficiali e prove contrarie le fake news possano continuare a diffondersi e ottenere enorme visibilità, confermando la loro resistenza alla verità.
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